“Il post scudetto è sempre fatale che ci sia un minimo di appagamento, che ci sia la convinzione che una volta arrivati in cima, ci si rimanga per diritto divino e le scelte fatte lo scorso anno sono state avventurose. Spalletti – ha detto il dirigente a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live della sera (dalle 20 alle 21) – è andato via da vincitore, alcuni giocatori hanno manifestato nervosismi, ora De Laurentiis ha azzeccato tutte le mosse andando sul sicuro. Conte non solo è bravo ma fa del suo modo di allenare una missione, è trascinante, fa capire ai suoi che oltre al talento è necessario il gruppo, il collettivo, per vincere i campionati.
Conte dopo l’incidente di Verona ha trasmesso alla squadra il suo spirito e i ragazzi l’hanno recepito molto bene.Venerdì con il Como, squadra in salute, ci vorrà un Napoli concentrato, Conte ovviamente è agevolato dal fatto di non lavorare in Champions, il vantaggio è concentrarsi solo per la partita in campionato. In una fase di ricostruzione è importante che ci sia questo aspetto, che permette al tecnico di lavorare bene, poi è ovvio che si lavora per tornare in Coppa.
Senza le coppe le speranze di farsi notare si riducono? Vero, ma è Conte a tenere in tensione tutto il gruppo. Il mercato? Antonio vuole giocatori funzionali al suo modo di giocare, poi è chiaro che se gli compri McTominay lo avvantaggi, ma lui sa far giocare anche elementi non di primissimo nome, l’importante è che siano funzionali. Bravo lui e bravo anche Manna, hanno fatto un ottimo lavoro.
Il sistema di gioco? Sfatiamo anche il mito di Conte integralista: Antonio giocava con il 4-2-4 a Bari giocando un calcio fantastico, alla Juve si è messo 3-5-2 ma i suoi esterni giocano molto alti, in ogni caso lui sa cucire il vestito migliore addosso alla squadra, di sicuro vuole giocatori duttili capaci di interpretare ogni partita al meglio. Ricordo le parole di Bonucci di qualche anno fa: ‘Quando giochi una gara la domenica, è come se l’avessi già giocata perché in settimana la prepari così bene che ti sembra la domenica di aver già affrontato quell’avversario’. Questo la dice lunga su come Conte prepari le partite.
Un ricordo che mi lega al Napoli? Ho vissuto tante epoche, anche quelle magiche, ricordo però che arrivai il 26 dicembre a Napoli nel 2002, riuscimmo a salvarci in un miracolo sportivo, ricordo con il Vicenza c’erano 70mila spettatori al San Paolo, vincemmo con un gol di Montezine anche grazie al pubblico che si fuse con la squadra in una notte fantastica. Maradona, Giordano, Careca, sarebbero illegali oggi con le marcature che non esistono, i centravanti farebbero gol a caterve.
Careca era un fenomeno, ma Giordano è stato uno straordinario attaccante che viene ricordato troppo poco per quello che era, pensare che poi Maradona, Giordano e Careca giocavano tutti insieme era da brividi, con difese molto più arcigne, oggi è tutto più semplice. Oggi ci sono metodologie di allenamento differenti, se quei giocatori si allenassero con questi nuovi sistemi, con tutto il talento che avevano avrebbero fatto la differenza al punto che sarebbe stato necessario Sinner…”.