Dagli schiaffi di Verona con l’Hellas al Monza sono trascorsi 42 giorni
Un tempo che a Conte è bastato per restituire l’anima e scrivere numeri importanti in 6 giornate di campionato: 13 punti, 11 gol fatti, 4 subiti e il primo posto a +1 sulla Juve e a +2 su Milan, Inter e Toro. Ma soprattutto, considerando anche le due sfide di Coppa: 16 gol con 11 giocatori diversi, 5 risultati utili consecutivi (4 vittorie e un pari), 6 partite su 8 senza subire gol con 4 clean sheet consecutivi (il 31 agosto con il Parma, su rigore, l’ultima rete incassata). Squadra vera, dicevamo: mai sazia, coraggiosa ma intelligente e concreta, capace di giocare con il 3-4-2-1, il 4-2-4, il 4-2-3-1 ma anche di mettersi a gestire il finale con il Monza col 5-3-2, abituandosi a non subire come fanno le grandi. Per finire: ottavi di coppa conquistati, dopo trentaduesimi e sedicesimi.
L’amore. La città è tornata a gioire: l’entusiasmo, lo stadio sempre pieno, i sogni. Il sogno: è ancora talmente presto e la concorrenza all’avanguardia, ma di questo passo il Napoli non potrà più nascondersi e negare di essere tra i candidati concorrenti per lo scudetto. Venerdì arriva il Como, poi dopo la sosta ci saranno la trasferta di Empoli e la sfida con il Lecce in casa: tutte trappole. E volendo rimandare i giudizi, si potrebbe individuare una data di fine ottobre: Milan-Napoli a San Siro. Per ora basta così.
E basti sapere una cosa: «Io sono già innamorato di questa squadra». Lo ha detto Antonio Conte domenica. Ed è un sentimento ricambiato dai suoi e dalla città. Il presente è già il futuro.
Fonte: CdS