Con il Napoli di Maradona è stato uno dei protagonisti che ha scritto la storia. Alessandro Renica analizza la partenza convincente del Napoli di Conte.
Si aspettava quest’avvio del Napoli dopo l’anno scorso?
«Si, perché no? Il calcio è questo: se lavori bene è anche giusto che parti bene. La squadra è stata completata in tutti i reparti: sono arrivati giocatori di qualità e sono rimasti elementi importanti. Quindi è normale che il Napoli sia al tavolo delle grandi. Non ci vedo nulla di straordinario. Anzi».
Anzi…
«Forse l’inizio con il Verona pesa un pelino sulla classifica, perché quella era la partita più facile».
Oggi c’è un’altra partita “abbordabile” con il Monza.
«Una gara da non sottovalutare, appunto. Una partita non facile, ma il Napoli ci arriva bene».
Questo avvio convincente è merito di Conte, della campagna acquisti, di un maggiore equilibrio del campionato o di cosa?
«Un po’ di tutti. Dello staff, del presidente che è stato generoso nel prendere giocatori importanti, del ds Manna bravo ad ingaggiarli. Ma anche il completamento dello staff con figure che non c’erano in passato e che sono assolutamente importanti».
Chi in particolare?
«Penso a Oriali che è fondamentale nel tenere lo spogliatoio sotto controllo e fare da collante tra il tecnico e i giocatori. Penso a un collaboratore come Sandreani e anche ai match analyst Gianluca Conte e Maiuri».
Un focus sulla difesa: a parte la partita choc di Verona ha preso solo un gol, peraltro su rigore.
«Finalmente si marca con i criteri giusti e adesso si marca bene. Va dato atto che sotto questo aspetto c’è un lavoro certosino da parte di Conte: si vede la sua mano nella tenuta difensiva della squadra».
Il Napoli può soffrire di vertigini?
«No. Parliamo di una squadra che è anche abituata a stare in alto perché quasi metà della rosa è quella che ha vinto il campionato. E poi ha il vantaggio di non avere altri impegni. non giocare le coppe è importantissimo e verrà fuori alla distanza».
Le candidate allo scudetto?
«Inter e Napoli su tutte. Vedo un po’ più in basso il Milan e la Juve. Dirò di più».
Dica pure.
«Il Napoli può e deve ambire non soltanto alla Champions, ma anche allo scudetto. Ha tanti giocatori importanti, tante soluzioni e tanta qualità. Bisogna riconoscere che a Conte è stata data una rosa importante per lottare per il vertice».
Chi sono i top player azzurri?
«Mi verrebbe da dire Kvaratskhelia che può spaccare le partite. Ma sono molto fiducioso anche su Neres. Il brasiliano mi sembra avere delle potenzialità ancora inespresse, ma si vede che ha grandi giocate. Vediamo adesso se riesce ad essere un po’ più concreto».
Dovesse rivedersi in un giocatore di oggi del Napoli chi indicherebbe?
«Buongiorno. Anzi, il parallelo mi onora. Parliamo di un calciatore completo, bravo, con piedi di qualità. Sempre attento e concentrato. Tra i valori aggiunti del Napoli c’è anche Buongiorno. E credo che senza di lui qualche problemino lo si potrebbe avere in difesa».
Un pregio e un difetto di questa squadra?
«La compattezza e la determinazione come pregio. Probabilmente deve un po’ crescere nelle giocate offensive. Ma credo sia solo questione di tempo»