Oggi il belga di nuovo dal primo minuto al centro dell’attacco, dopo la panchina contro il Palermo in Coppa Italia. È lui, il leader del contro-turnover che Antonio Conte manderà in scena al Maradona per provare a dare un segnale al campionato. Dicevamo: un’altra vittoria garantirebbe il secondo posto in perfetta solitudine, dopo la sconfitta dell’Udinese, ma se il Torino non riuscirà a battere la Lazio allora restituirebbe al Napoli il primato in classifica in perfetta solitudine dopo lo scudetto. Già: è da quelle notti di gloria che non si verifica una cosa del genere. Ma erano altri tempi e altre storie: questo sarebbe un cenno, la forte dimostrazione di una presenza ingombrante e la conferma dell’idea iniziale spiegata da Conte: fare i guastafeste e rompere le scatole alle solite note, come dice lui. Il Napoli, però, comincia a guadagnare una certa notorietà: il signor Antonio prova giustamente ad allenare anche l’entusiasmo eccessivo degli entusiasti, ma gli azzurri viaggiano e a tratti filano, e un 3-0 (al Bologna), un 4-0 (al Cagliari), un pareggio con la Juve allo Stadium senza prendere gol e un 5-0 (al Palermo) portano dentro il seme stesso dell’entusiasmo. E Rom, il centravanti della squadra, è l’emblema della nuova gioia che s’avverte in città. Fonte: CdS