Paolo Rongoni, preparatore atletico, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli:
“Troppe partite? Lavoriamo in delle condizioni a cui dobbiamo adattarci. Dobbiamo gestire i carichi di lavoro cercando di modellare la strategia di allenamento con la partita che diventa il carico allenante. E’ il carico più importante per giocatori che fanno le coppe europee e non hanno nemmeno la pausa perchè vanno in nazionale. Per abitudine e strategie volute anche dal mister con cui ho lavorato, ho sempre mantenuto un minimo di lavoro di base che è quello di dare dei microcarichi perchè fare il defaticamento non sempre è la soluzione. Se il problema non ce l’hai a novembre te lo ritrovi a gennaio.
I calciatori via con le nazionali? Il transfert è un problema, incide in maniera importante e incide ancor di più la perdita di sonno. Quando si viaggia si dorme poco e non si ha un sonno corretto. Forzare la mano nei tempi di recupero? Personalmente, per la mia esperienza, questa cosa l’ho vissuta in maniera limitata quindi direi di no. Oggi il calcio non è più uno sport. Io proporrei una pausa un po’ più lunga nei mesi più freddi come succede in Germania. La mia esperienza a Napoli? Ho scoperto una città che conoscevo solo da turista, l’ho adorata e m’aspettavo tutt’altra cosa.
Troppi infortuni in squadra quando c’ero io? Quando ho lasciato Napoli ho preso un accordo col club e non posso parlarne. Se le rispondo contravvengo a qualcosa di ufficiale. Per andar via ho raggiunto un accordo amichevole, mi son lasciato in buoni rapporti ed andare a rivangare una cosa del genere non mi va. Oggi faccio un’altra attività, faccio altro. Non è una cosa semplice da spiegare quella che è successa l’anno scorso, dare la colpa ai ragazzi è riduttivo e poco professionale”.