Alessandro Buongiorno, difensore centrale, neo acquisto del nuovo Napoli, ha parlato ieri ai canali ufficiali della SSCN, dove ha sottolineato il suo percorso di vita e l’impatto con Napoli, come sottolinea Il Mattino.
Alessandro Buongiorno si è già preso i cuori dei tifosi del Napoli: è uno dei simboli del “nuovo” Napoli targato Antonio Conte, che ne ha fatto il nuovo ministro della difesa azzurra.
«Ho iniziato col nuoto da piccolo – racconta il difensore torinese ai canali ufficiali del club -, all’inizio calcio e nuoto andavano di pari passo. Poi a sette anni sono entrato nel Torino e da lì ho fatto un lungo percorso che mi ha portato fino ad oggi. Il Toro mi ha mandato in prestito due volte, un anno a Carpi e sei mesi a Trapani. Ora sono qui».
Il club di De Laurentiis ha speso oltre 30 milioni per strapparlo al Torino in estate: Buongiorno difende, imposta e segna pure. «Da piccolo ero un bambino molto tranquillo – continua il giocatore -, mi piaceva abbastanza studiare. Nel tempo libero andavo a giocare a calcio con gli amici nel parco. Ero un po’ introverso. Il mio percorso di studi non è stato facile: andavo in un liceo pubblico, quindi mi ritrovavo a dover studiare anche alle due di notte per le verifiche.
Per fortuna le professoresse capivano il mio impegno: capitava che entrassi in classe prima dell’inizio delle lezioni per farmi interrogare, per poi andare ad allenarmi.
Mi sono diplomato con 86, poi mi sono preso un anno sabbatico dallo studio ma mi sono reso conto che stavo sprecando del tempo. Così mi sono iscritto all’università, una cosa che ho trovato utile sia in campo che fuori. Mi sono laureato in economia aziendale, ora studio management dello sport».
E se oggi “Bongio” trasmette affidabilità e sicurezza non solo al Napoli ma anche alla Nazionale, il merito è anche di campioni del passato da cui trae ispirazione: «Ho visto tanti video di Nesta e Maldini cercando di prendere spunto, in tempi più recenti ho iniziato ad apprezzare tanto Sergio Ramos».
«L’arrivo a Napoli è stato super positivo», spiega poi il centrale parlando del suo approdo in azzurro. «Le persone mi hanno fatto subito sentire il proprio affetto, qui si respira aria di calcio. Prima di venire qui avevo parlato con Meret, Di Lorenzo, Raspadori e Folorunsho per avere informazioni sulla squadra e sulla città, devo dire che ho ricevuto solo commenti e suggerimenti positivi. Ho percepito la voglia di rivalsa e di riscattare la scorsa stagione».
«Al di fuori del calcio mi piace giocare a scacchi, ai giochi di strategia e guardare il basket. Spero di avere l’occasione di andare ad assistere a una partita del Napoli Basket. Termini napoletani che ho imparato? Di sicuro «Amma faticà», ormai lo sento tutti i giorni e lo stiamo anche mettendo in pratica. Anche «sì nu’ bello guaglione»… E anche «cchiù scura ra mezzanotte nun po’ venì», una delle prime cose che ho sentito quando sono atterrato a Napoli a causa del ritardo degli aerei».