Allarme DeLa: «La Uefa sta per cedere i diritti 2027-30 e 2030-33, si rischia il default. Ecco chi sopravvive»

Si salva solo chi partecipa alle coppe europee
Non chiamatelo più visionario, s’è stufato. Poi, però, fai un salto indietro nel passato e ti rendi conto che certi aspetti, certe dinamiche, Aurelio De Laurentiis le aveva anticipate. Un pioniere, allora, a bordo della Msc World Europa, ieri ancorata nel porto di Napoli, al Molo Beverello, per far sbarcare in città i croceristi, ma allo stesso tempo per ospitare un convegno in cui della vittoria di Cagliari non s’è parlato, dell’effetto Lukaku nemmeno, ma sì del futuro del calcio italiano, argomento che al presidente del Napoli sta sempre particolarmente a cuore. L’occasione era la presentazione del palinsesto di Radio Crc, emittente con cui il club ha raggiunto un accordo per trasmettere in esclusiva in Campania la radiocronaca delle partite.
FUTURO INCERTO
Partendo dai diritti tv, fondamentali per il sostenimento e lo sviluppo del calcio italiano, De Laurentiis è andato a ruota libera, ipotizzando scenari poco piacevoli. «Quando sento dire che l’Uefa sta per varare i bandi relativi ai diritti tv per le stagioni 2027/2030 e 2030/2033, penso che noi in cecità totale abbiamo dato alle nostre piattaforme locali i diritti fino al 2029. Ciò vuol dire che quando nei prossimi mesi i signori dell’Uefa avranno fatto bingo licenziando i propri diritti per ben due trienni, non ci sarà più la possibilità di sovvenzionare il calcio italiano. Significa che quelle 6-7 squadre che potranno partecipare ai tornei europei forse riusciranno a sopravvivere, tutte le altre moriranno in un colpo solo».
SOLUZIONE
Futuro incerto, ma per il presidente del Napoli c’è una soluzione: «Secondo me bisognerebbe uscire da questi accordi con delle piattaforme che io vedo promuovere esclusivamente le partite internazionali che le riguardano. Chi ha solo il campionato nazionale non fa promozione: abbiamo 25 milioni di tifosi per la Serie A e risultati fallimentari per presenze sulle piattaforme».
Discorsi che De Laurentiis ha fatto anche nelle sedi opportune. «Purtroppo i miei colleghi mi seguono solo in parte: io sono sempre stato un imprenditore, mi dicono che sono un visionario, ma sono stanco di sentire questa stupidaggine. Io conosco i mercati, è diverso. I nostri della Lega non sono stati capaci di vendere i diritti della Serie A all’estero, un’ignominia».
PIONIERE
E quei mercati di cui sopra, De Laurentiis li conosce da un bel po’: «Nel 2008 per Napoli-Panionios di Intertoto chiesi a Sky di avere il canale 251 per trasmettere le partite perché tutte le altre tv mi dissero che non avrebbero mai trasmesso una gara del genere. Mi offesi molto e a Sky proposi la pay per view, che ebbe un successo fantastico: virtualizzai lo stadio con un biglietto da 10 euro. L’abbiamo fatto anche con le partite amichevoli, che non interessano ai broadcaster. In passato con Sky e Mediaset, quest’anno con OneFootball, che è una piattaforma su cui bisogna ragionare per la Serie A del futuro». Quello che al presidente del Napoli sta ancora particolarmente a cuore.

 

Fonte: CdS

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