Sporcarsi le mani e soffrire, fa tutto parte del processo. Conte s’è goduto la vittoria di Cagliari, rotonda, ma con il suo solito stile, tenendo alta un’asticella che piano piano sta salendo. Prima di tutto grazie a Lukaku, l’uomo del raddoppio in mezzo a due assist.
«Gli ho fatto i complimenti, Romelu è un ragazzo veramente bravo – ha ammesso -: va sollecitato e sostenuto sia in maniera bonaria che alzando la voce, ma è uno davvero a posto».
Carota sì, ma anche bastone. «Gli dicevo di prepararsi a fare le corse anche dietro Mina, di attaccare la profondità. Gli stava sempre addosso, doveva dare instabilità al marcatore e non venire sempre incontro».
Direttive, indicazioni continue, con la consapevolezza e la convinzione che il belga possa dare ancor di più. «Romelu l’ho cercato e l’ho voluto, non è ancora al top dal punto di vista fisico ma sotto l’aspetto mentale sta bene, sta cercando di trasmettere la sua leadership e si fa apprezzare anche da questo punto di vista: è importante come Di Lorenzo, come Simeone e Raspadori, che oggi non è entrato, come Meret, che ha giocato con la febbre».
Senza dimenticare Kvaratskhelia, che a Cagliari ha chiuso con un gol e un assist.«Mi auguro che possa fare tanti gol e capire che da lui ci aspettiamo sia l’assist che la giocata importante per segnare. Nonostante la partita non fosse adatta alle sue caratteristiche, campo secco e tanto vento, da parte sua ho notato grande voglia e disponibilità».
IL NAPOLI CHE VORREI
Bravi tutti, ma poi l’incontentabile Conte, al di là del risultato netto con cui è andato via da Cagliari, ha avuto la lucidità per analizzare le cose che non gli sono piaciute, di spiegare il Napoli che vorrebbe. «Ci sono tante cose positive, ma anche tante da migliorare. All’inizio secondo me abbiamo fatto molto bene, la partita era nelle nostre mani, poi dopo l’interruzione per gli incidenti, che ci ha spezzato il ritmo, abbiamo subìto qualche attacco e siamo andati in difficoltà. Poi nel secondo tempo abbiamo visto cosa dovevamo fare e siamo tornati competitivi anche nei duelli».
Riconducendo il tutto all’atteggiamento mentale, quello di cui sopra. «Questa è una squadra che secondo me negli anni non amava tanto sporcarsi le mani. Penso che dopo quanto accaduto l’anno scorso, lo switch stia proprio in questo tipo di situazioni, oltre ovviamente alle qualità tecniche e di organizzazione. La squadra è in crescita, mi è piaciuta sia in pressione che durante lo sviluppo del gioco, ma l’aspetto mentale non è facile da impiantare dall’oggi al domani».
Tutto, però, nasce dall’esordio con sconfitta a Verona.«Dopo la prima partita ho denunciato alcune cose e siccome ho un gruppo di ragazzi veramente per bene, hanno capito e ci stiamo lavorando. Sia sull’attenzione che sulla cattiveria. Abbiamo sofferto, ma la sofferenza è parte del processo: ci chiedevano la terza vittoria consecutiva che mancava da un anno e mezzo ed è arrivata, un primo obiettivo è stato raggiunto».
Fonte: CdS