CAGLIARI-NAPOLI METTE DI FRONTE DUE NUMERI UNO LEGATISSIMI SIN DA QUANDO ERANO BAMBINI. LI RACCONTA ALEX BRUNNER CHE LI HA VISTI CRESCERE A UDINE: “CON LORO C’ERANO ANCHE VICARIO E PERISAN, USAVAMO IL GPS E LA SPARAPALLONI, MA CON TOTÒ…”
Simone Scuffet e Alex Meret sono cresciuti tra Gps montati sotto le divise, sfide con la sparapalloni e parate impossibili per bloccare le punizioni di Totò Di Natale. In un video del settembre 2015, pubblicato dall’Udinese su Youtube, i due portieri si sfidano ai calci di rigore come fossero in un videogioco. Alessandro Nista, in quel periodo preparatore con Stramaccioni, rende ai suoi ragazzi la vita impossibile: tiri potenti, angolati, precisissimi. Quel confronto lo vincerà Meret, ma senza esultare troppo. Oggi qualche anno è passato, domenica si ritrovano da avversari: Cagliari-Napoli è anche la loro partita. Cresciuti nella scuola di portieri più importante d’Italia, quando insieme a loro c’erano pure Guglielmo Vicario e Samuele Perisan, con Ivan Provedel che aveva appena salutato direzione Chievo.
Alex Brunner, attualmente nello staff tecnico del Watford, ha seguito i due tra Primavera e prima squadra: “Simone è del 1997, un anno più grande rispetto ad Alex. Era titolare con l’U19, mentre l’altro giocava con gli Allievi. Ha inizio ad aggregarsi al gruppo sotto età quando Scuffet doveva prepararsi per gli Europei U17 del 2013. Scegliemmo Meret per giocare le ultime di campionato. Entrambi erano fortissimi per l’età che avevano”.
TOTÒ E LA TECNOLOGIA
Scuffet e Meret però si erano già incrociati prima di arrivare all’Udinese. Hanno condiviso un anno al Donatello, scuola calcio gestita da Simone Ronco e Totò Di Natale. Gran parte di quel gruppo fu trasferito nelle giovanili del club friulano, così è iniziato tutto. “Per la differenza di età non hanno giocato spesso insieme – ricorda il preparatore Brunner -. Organizzavamo delle sedute specifiche con tutti i portieri delle giovanili. Vicario, Perisan, Simone, Alex. La competizione tra loro era altissima. Ricordo che una volta provai a stemperare la tensione con una battuta. Mi guardarono malissimo, volevano stare concentrati. Eppure era soltanto un allenamento”. L’attuale numero uno del Tottenham in quella Primavera allenata da mister Mattiussi era addirittura il terzo nelle gerarchie dietro Scuffet e Perisan. Scelse di andare al Fontanafredda in Serie D per trovare spazio.
Alex BrunnerTotò provava le punizioni e in porta voleva sempre Simone o Alex, con loro si divertiva
Con una metodologia di lavoro condivisa tra tutti i preparatori delle giovanili e strumenti all’avanguardia, quei portierini sono diventati fenomeni: “Riprendevamo gli allenamenti con le telecamere e organizzavamo sessioni video dove si analizzavano gli errori. I ragazzi sotto le divise avevano dei Gps con cui si studiavano i movimenti. Utilizzavamo pure la macchina sparapalloni”. Con Guidolin e Stramaccioni, tra il 2014 e il 2015, entrambi erano spesso in prima squadra: “Di Natale si fermava a provare tiri, punizioni e rigori. In porta voleva sempre Simone o Alex perché con loro si divertiva. Aveva già notato il talento di quei ragazzi”.
SIMONE IN MINICAR E LE SFIDE CON ALEX
Scuffet ha debuttato in Serie A il 1 febbraio 2014 contro il Bologna. Ha chiuso quella stagione da titolare con grandi prestazioni. Sembrava destinato a essere il successore di Buffon in Nazionale, poi l’exploit di Donnarumma ha cambiato il suo destino. In quell’estate lo aveva cercato pure l’Atletico Madrid di Simeone, campione di Spagna e vice campione d’Europa. Avrebbe offerto qualsiasi cifra pur di averlo in Liga. Ma la scelta della famiglia fu chiara: “Simone deve prima completare gli studi”. Si è diplomato l’anno successivo all’Istituto Commerciale Cecilia Deganutti. Nel frattempo però Karnezis gli aveva soffiato il posto. Meret ha esordito in Coppa Italia col club friulano nel dicembre 2015, poi è stato girato in prestito alla Spal con cui ha conquistato la promozione in Serie A. “Li ho visti crescere. Anzi, siamo cresciuti insieme. Dal settore giovanile fino ai grandi. Vederli a questo livello è una soddisfazione enorme. Quando lavoravo con loro, così come con Vicario e Perisan, mi rendevo conto di essere fortunato”. Simone con la sua minicar andava da Remanzacco, il paesino in cui è cresciuto, agli allenamenti dell’Udinese. Alex osservava il collega più grande e lo sfidava in ogni allenamento. Ora giocano in A e tornano ad affrontarsi da avversari. “Ci sentiamo spesso – conclude Brunner -. Farò il tifo per loro dalla tv e spero in uno 0-0”. Le ore passate a volare sui tiri di Totò Di Natale hanno fatto la differenza.
Fonte: gazzetta.it