Arturo Di Napoli, ex attaccante – fra le altre – del Napoli (28 presenze e 5 reti nel biennio 1995-97), ha parlato ai microfoni di 1 Football Club dei principali temi della giornata calcistica oltre che degli azzurri, attesi dalla trasferta sul campo del Cagliari.
Col gruppo Gabetti di cosa si sta occupando?
“Noi ci occupiamo dell’impiantistica sportiva. Nelle serie minori, c’è bisogno di un ritocco degli impianti perché siamo lontani anni luce. Il mio impiego è quello di intermediare fra le parti, visto che il calcio è la mia vista, e morirò col pallone tra le braccia. Ho aperto un’agenzia da qualche anno in cui mi occupo solo di giovani talenti. Ho dato qualche ragazzo al Genoa, alla Fiorentina, all’Empoli, sto lavorando anche con Petrachi per la Salernitana. Il futuro è dei giovani”.
Quindi possiamo anche definirla procuratore?
“No, perché non ho i requisiti per farlo, e non è fra le mie ambizioni. A me piace lavorare nel mondo giovanile, portare a loro tutte le mie esperienze, far capire loro qual è il valore del sacrificio. Ho un’agenzia di scout, collaboro con l’Estonia, la Danimarca, il Belgio, l’Argentina. Ci sono tanti giovani di valore. Mi piace scoprire talenti e proporli al nostro calcio”.
Come arriva il Napoli a Cagliari? Vista la partita con la Juve, sarebbe importante arrivarci con una vittoria alla Unipol Domus.
“Hanno obiettivi diametralmente opposti. Col massimo rispetto per gli altri, prima dell’arrivo di Lukaku, il Napoli ha giocato praticamente senza attaccanti. Quella vittoria col Parma fornisce entusiasmo e fiducia allo spogliatoio. Più andremo avanti nel campionato e più vedremo la mano dell’allenatore. La squadra più forte è l’Inter, non sottovaluterei la Juventus, ma il Napoli darà fastidio e vuole vincere ogni partita”.