Marek Hamšík è stato uno dei calciatori più iconici della storia del Napoli. Arrivato nel club nel 2007 dal Brescia, il centrocampista slovacco è diventato rapidamente un punto di riferimento per la squadra. Hamšík ha indossato la fascia da capitano per cinque stagioni guidando il suo Napoli. Ha contribuito alla vittoria di diverse Coppe Italia e di una Supercoppa Italiana. Con oltre 500 presenze e più di 100 gol ha superato il record di Maradona come miglior marcatore nella storia del club, diventando così una leggenda per il Napoli e i suoi tifosi.
Nella giornata odierna ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport in cui ha ricordato le stagioni vissute con la maglia azzurra. Evidenziando le grandi gioie ma anche i rimpianti.
Di seguito le sue parole:
Erano bellissimi i tempi dei Tre Tenori: Lavezzi, Hamsik, Cavani.
«Già».
Un gioco. Un gioco un po’ cattivo: meglio i Tre Tenori o il tridente di oggi?
Ride. «Facciamo scegliere ai tifosi. Però, beh, se la guardo così, direi che scelgo i Tenori».
Hamsik-Kvaratskhelia, Marekiaro e Kvara, sarebbe stata una bella coppia: Marekvara. Le piace?
Ride ancora. «Molto, si. Kvara assomiglia un po’ al Pocho, credo che ci saremmo divertiti insieme. Avrebbe creato molti spazi per i miei inserimenti. Ci siamo persi un bel tandem».
Un rimpianto, però, lo avrà collezionato in quasi dodici anni. Magari un momento più brutto.
«Beh, facile: quando abbiamo perso lo scudetto con Sarri. Quel giorno a Firenze, chi lo dimentica. Anche il secondo anno di Serie A è stato difficile, dopo l’ottima stagione d’esordio».
Il momento più bello, invece?
«Tanti. Tantissimi. Ma forse la finale di Coppa Italia vinta con la Juve nel 2012: il primo trofeo dopo oltre vent’anni».