La rivoluzione annunciata c’è stata solo in parte: la squadra non è stata smembrata come tanti credevano, ma rinnovata in larga parte. Conte si è preso il tempo necessario per valutare tutti, per decidere con la propria testa e con i propri occhi. Ha dato a tutti – nazionali a parte, per ovvi motivi di tempo – la possibilità di mettersi in mostra prima nel ritiro di Dimaro e poi in quello di Castel di Sangro. Poi ha dato il suo verdetto su chi doveva far parte del progetto e chi invece poteva trovarsi una nuova squadra. Una delle parole chiavi del metodo Conte è il rispetto: per la società, per i tifosi, con lo staff e tra compagni. E il primo comandamento è il rispetto delle regole. Ecco, Antonio è stato chiaro da subito anche sul mercato: Kvara e Di Lorenzo sono i pilastri e non si toccano. Osimhen, invece, è un discorso a parte che deve sistemare la società. Lui con Victor ha parlato, gli ha chiesto di dare l’esempio e di impegnarsi finché non si sarebbe risolta la questione legata alla sua cessione. Ma l’idillio è durato poco anche perché il clima era da tempo infuocato. Per rasserenare lo spogliatoio si è arrivati a una scelta forte sul nigeriano, la cui questione lasciava intorno alla squadra un clima evidente di tensione. Non voleva più giocare per il Napoli e non lo ha più fatto. Fonte: Gazzetta