Il napoletano Pio Esposito, l’ultimo della dinastia, uno dei talenti “non visti” in Campania

Fa gol in azzurro, sta prendendo le misure alla Serie B, è un centravanti di 1.90 che sa giocare con gli altri e vede la porta: coi nerazzurri ha un contratto lungo, e in futuro…

Il giro d’Italia degli Esposito gira intorno a una frase di D’Annunzio: “Ama il tuo sogno seppur ti tormenta”. Sebastiano, quello di mezzo, se l’è tatuata prima di segnare il primo gol in Serie A con la maglia dell’Inter. E da quel giorno la sbandiera con orgoglio anche per i fratelli, Salvatore e Pio.

Da Esposito a Gilardino

L’ultimo poker 21 anni fa

Il più piccolo ha appena graffiato la storia: Francesco Pio, punta diciannovenne di un metro e novanta, ha schiaffeggiato quattro volte San Marino con l’Under 21. Nell’ultimo precedente non era neanche nato. Il 5 settembre 2003 Alberto Gilardino rifilò quattro reti al Galles nel successo per 8-1. Stavolta l’Italia ha vinto 7-0 a Latina, ed Esposito è stato la star della serata. Il più giovane di una famiglia unita che vive di calcio fin da quando ha memoria. Agostino, il papà del trittico pallonaro più famoso d’Italia, ha giocato a calcio nei dilettanti e poi ha trasmesso la passione ai figli. A Castellammare di Stabia parlavano tutti di loro: “Mia moglie li accompagnava al campo, io allenavo le giovanili”. Un tutt’uno, anche se la vita li ha strappati dalla Campania e li ha portati dritti a Brescia, su al Nord, punzecchiando quel sogno di vivere di calcio. Alla fine, la tormenta è passata.

Paragoni? No, solo Pio

E quel feeling con l’Italia

L’ultimo degli Esposito non ha nessuna intenzione di cambiare rotta. Intanto, il nome. Chiamatelo Pio, Pio e basta, perché “di Francesco ce ne sono tanti”. L’ha raccontato in un’intervista su Sportweek, dove ha svelato il suo feeling con l’originalità. “E’ una qualità che ho sempre apprezzato”. In campo cerca di ritagliarsi uno spazio tutto suo. Quando l’hanno accostato a Lewandowski si è fatto una risata e ha dribblato ogni paragone. Ammira l’intelligenza di Benzema, l’unicità realizzativa di Haaland e la velocità di Thuram. L’Inter l’ha spedito di nuovo in prestito a La Spezia, dove la stagione scorsa ha segnato 4 gol alla prima annata da professionista in Serie B. Non male. Quest’anno ha già punto una volta nelle prime quattro uscite. Il suo identikit è chiaro: “In campo sono un “9” a cui piace venire incontro e giocare coi compagni, per fare sponde e aprire loro gli spazi”. Quando indossa la maglia dell’Italia si trasforma: Esposito ha vinto l’Europeo Under 19 nel 2023 e ha perso la finale del Mondiale Under 20 nello stesso anno, contro l’Uruguay. Ha segnato un gol con l’Under 17, due con l’Under 18, altri due con l’Under 19, uno con l’Under 20 e sei con l’Under 21 (in sette partite). Prima di calare un poker al Francioni aveva pizzicato anche la Norvegia e ancora San Marino. Sei squilli su sette sono arrivati contro la squadra che si allena all’ombra del Monte Titano, è vero, ma Esposito non sembra uno di passaggio.

L’Inter lo monitora

La linea giovane è la priorità

L’Inter l’ha blindato in estate fino al 2027 e lo monitora in modo costante. L’ha prestato di nuovo allo Spezia per dargli la possibilità di misurarsi ancora una volta in Serie B, stavolta con un anno in più. In squadra c’è suo fratello Salvatore, il maggiore, anche lui forgiato dalle giovanili dell’Inter come tutta la famiglia. Seba, invece, è andato all’Empoli in Serie A. I piani alti nerazzurri ne studieranno i progressi passo dopo passo. La linea Oaktree ha imposto un’attenzione maggiore riguardo i giovani, tant’è che nell’ultimo mercato sono arrivati tre classe 2006 (Topalovic, Perez e Thiago Romano). Pio continuerà a coltivare il sogno di vestire la maglia dell’Inter come ha fatto Sebastiano, che una sera di dicembre di 5 anni fa segnò il primo gol in Serie A e poi corse ad abbracciare mamma Flavia. Il faro della famiglia. Quando vede Pio si fa piccola piccola e gli sussurra la solita frase: “Bello di mamma, guarda cosa sono stata capace di fare”. Un centravantone di un metro e 90 capace di rifilare un poker in azzurro.

Fonte: Gazzetta

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