Nel corso dell’intervista al quotidiano Il Mattino, Luigi De Siervo (ad Lega Serie A) ha affrontato diversi temi, dalle prospettive stagionali del Napoli al tema del mercato, da poco concluso a campionato iniziato.
I fondi stranieri sono sempre di più?
«I fondi internazionali sono attratti dal nostro calcio. Non siamo inferiori alla Spagna e all’Inghilterra. Stiamo curando un prodotto televisivo interno alla Lega, nel centro di produzione di Lissone e in questo siamo unici. Siamo stati i primi al mondo a usare la tecnologia al servizio degli arbitri. Abbiamo fascino anche perché la serie A di sicuro è a la più imprevedibile: hanno vinto 4 squadre diverse negli ultimi 5 anni e anche quest’anno il sogno è che si decida tutto all’ultima giornata».
A che punto è l’Europeo del 2032?
«È un’occasione per il Paese unica. Sappiamo che gli ispettori dell’Uefa visiteranno a ottobre del 2026 gli stadi che sono stati indicati: in quei giorni non bastano i progetti o le promesse ma conta lo stato di avanzamento dei lavori. A Napoli so che nulla è ancora iniziato. Le istituzioni abbiano coscienza che in un contesto come quello Uefa ci vogliono garanzie concrete non su carta, ma sui cantieri. A Firenze sono partiti e questo ci rende contenti».
Come è stato rivedere Castel Volturno?
«Mi piace girare per i centri sportivi. Mi piace l’entusiasmo che Antonio Conte ha riportato in questa piazza straordinaria. Conte è un grande campione, il calcio non lo fanno soltanto i giocatori in campo ma anche gli allenatori, che hanno la capacità di narrazione con il loro stile. Ha vinto ovunque, ha quella tenacia che è capace di stregare tutti».
Lo fate contento, chiudete prima il mercato la prossima estate?
«Lo avremmo fatto già quest’anno. Eravamo tutti d’accordo, avevamo convinto inglesi, francesi e tedeschi. Chi non ha voluto è stato Tebas: cercheremo di parlare di nuovo con lui, per riallinearlo».
La Nazionale ricomincia oggi.
«Spalletti è un ct grandioso, ha vinto tanto e ha sempre convinto. Mi ha colpito quando ha detto che ha passato la sua estate peggiore, porta su se stesso la delusione dell’Europeo. Sono sicuro che il materiale umano sia migliore di quello che viene raccontato, perché qui da noi c’è sempre il gusto amaro di esaltare le altre nazioni e di vedere solo il peggio di quello che viene fatto qui. Speriamo con la Francia di iniziare con il piede giusto».
Che si aspetta dall’assemblea della Figc del 4 novembre?
«L’emendamento Mulé dà indicazioni chiare, vuole che contiamo di più. Nella dialettica si troverà il numero percentuale del nostro peso elettivo».
Sulla pirateria neppure mezzo passo indietro. È evidente.
«Il calcio moderno si mantiene sulla forza di vendere le partite. Stiamo aggredendo anche i motori di ricerca che per certi versi sono complici. Ci sono, ripeto, 300 milioni di euro di mancati introiti, ovvero il 30 per cento del valore dei diritti tv. Il calcio così viene ucciso, perché non ci sono più i mecenati di una volta che perdono soldi, viene speso quello che entra in cassa: abbiamo il calcio che meritiamo e questo sistema parassitario che non paga per vedere le gare va fatto saltare. Sennò salta il calcio. O noi o loro».