Si è presentato come meglio non poteva al Parco dei Principi di Parigi. E lo ha fatto partendo dalla panchina, subentrando nella ripresa e risultando determinante nella Nazionale di Spalletti. Giacomo Raspadori prima ha messo lo zampino nel gol di Frattesi che ha ribaltato la Francia e poi ha chiuso la pratica con la rete del definitivo 1-3 per gli azzurri.
Il Jakpot è tornato ed ha messo in mostra i pezzi migliori del suo repertorio: giocando da seconda punta, subentrando a Mancini, dialogando bene con Retegui (a cui ha servito la palla poi trasformata in oro da Frattesi) e dimostrando una confidenza con il ruolo e la posizione da mandare in tilt centrocampo e retroguardia transalpina.
Il Jakpot è tornato ed ha messo in mostra i pezzi migliori del suo repertorio: giocando da seconda punta, subentrando a Mancini, dialogando bene con Retegui (a cui ha servito la palla poi trasformata in oro da Frattesi) e dimostrando una confidenza con il ruolo e la posizione da mandare in tilt centrocampo e retroguardia transalpina.
Fino alla gloria personale con un gol che è un mix di intuito, inserimento, convinzione e precisione chirurgica. E pensare che l’attaccante del Napoli era in predicato di partire dal primo minuto ieri al Parco dei Principi. Luciano Spalletti però gli ha preferito Mancini, salvo poi tornare sui suoi passi ed affidarsi in seconda battuta – come spesso aveva fatto anche ai tempi del Napoli – al talento dell’ex Sassuolo.
Ma non ha mai messo in naftalina Raspadori che con la rete di ieri sera sale a quota sette in azzurro ed è già il miglior realizzatore nella rosa attuale del ct. Il tutto senza essere sempre titolare fisso. Anzi. Una costante per Jack. Sia in Nazionale sia nel Napoli. E se fino a poco tempo fa, l’attaccante 24enne aveva vissuto all’ombra di Osimhen oggi gli tocca la concorrenza di un altro gigante nel Napoli: Romelu Lukaku. Poco importa. Raspadori sta provando a convincere tutti a suon di prestazioni generose condite anche da gol importanti. Certamente la gara di ieri non è passata inosservata a Conte. Il tecnico leccese lo aveva già preferito a Simeone, dopo la brutta prestazione (collettiva oltre che del Cholito) in quel di Verona. E da oggi sa di avere un attaccante sicuro ed affidabile, ma sopratutto polivalente in tutte le zolle del campo.