Luigi De Siervo, ad Lega Serie A, ospite di un evento al centro commerciale Jambo-1 sulla Cyber Security, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Il Mattino. «È come in “Guardie e ladri”, stiamo sempre a inseguire. Appena li acchiappiamo, loro si spostano in un altro server. Però, alla fine di questa battaglia vinceremo noi. Perché è o noi o loro. Ne va della sopravvivenza del mondo del calcio».
C’era una volta il vecchio “pezzotto”.
«Si, ha un senso di nostalgico questa parola, forse perché legato alla creatività di una volta. Ma ora non è così, dietro ai pirati c’è la camorra, la ‘ndrangheta, c’è il far west informativo che regna fuori dall’Italia, ci sono almeno 300 milioni di euro che ogni anno finiscono nella tasche del crimine organizzato e non delle società di calcio».
Il governo si è mosso?
«E anche bene. C’è un filo di Arianna che collega l’hacker con il terminale del cliente: ora dobbiamo risalire all’utilizzatore finale e sanzionarlo. Le norme ci sono. Un vero tifoso non vede la partita piratata, perché poi fa un danno al suo club. Ma è questione culturale, non legata al prezzo degli abbonamenti».
C’è stato un calo di ascolti in queste prime tre giornate?
«No, perché si calcola solo l’audience di Dazn e mancano ancora i dati di Sky, che si è assicurata tre gare. Poi c’è il fenomeno di chi si abbona in ritardo, dopo essersi disabbonato prima dell’estate. Ma non siamo preoccupati».
Non è che si gioca troppo?
«Sì, il numero di gare è esagerato. Ma non è colpa nostra: le partite che organizziamo come Lega sono sempre le stesse. Da anni. Abbiamo in corso un battaglia legale con la Fifa per il Mondiale per club. Ma anche con la Uefa è in corso una discussione: in pochi anni il numero delle partite della nuova Champions e delle nazionali è cresciuto in maniera vertiginosa».
La nuova formula della Champions danneggia la serie A?
«Certo e mi preoccupa perché è evidente che questo format toglie valore alle competizioni nazionali. Prima le gare delle coppe europee si svolgevano in autunno e poi in primavera, ora ci sono otto mesi di partite. Ininterrottamente. Sono, prodotti sostituibili, magari chi compra da un broadcaster non compra da un altro. E davvero rischiano tutti i campionati nazionali, non solo la nostra serie A».
Troppo poco Sud?
«Sì, ne vorremmo di più, proprio per esaltare il racconto di un Meridione che vince, che sa costruire e che si sappia mettere in luce. C’è il Napoli che è una delle big ma anche il Lecce che con la competenza ha mostrato di essere in grado di essere competitivo».
De Laurentiis festeggia i 20 anni alla guida del Napoli.
«È fantasmagorico. Ha cultura sul prodotto audiovisivo, esperienza nel cinema e nello sport business, tutte le volte che interagisce e provoca le sue idee vengono prese in considerazione perché ha visione globale e internazionale. Ha il suo stile nel rappresentarle, ma questo riguarda il carattere».