“Italia, arrivati in Nazionale oggi si ha già la pancia piena e ciò influisce sul movimento. Napoli? Inizio positivo”

Mirko Taccola, allenatore, ex giocatore di Napoli, Cagliari, Inter e Paok Salonicco, ha parlato ai microfoni di 1 Football Club di alcuni fra i principali temi della Serie A.

Abbiamo sempre mantenuto il buon calcio nelle selezioni giovanili, ma poi cosa succede quando si arriva in prima squadra?
“Ho vinto il primo campionato under 21 di Maldini nel 1992, che mi valse anche la convocazione alle Olimpiadi di Barcellona. Non tutti riescono a sostenere il peso della maglia dell’Italia, oltre al fatto che, la qualità, non viene fuori: ultimamente è anche poca. Fino alle selezioni della under 21 quanti veramente sono bravi? E, quanti vogliono continuare? Magari una volta che raggiungono l’obiettivo, si accontentano. A livello caratteriale non riescono a rinnovare l’ambizione, e questo influisce sulle loro carriere e, in totale, sul movimento. Perciò non riusciamo ad inserire giocatori che ci possono dare un cambio generazionale, e anche quella spinta tecnica che avevamo negli anni scorsi”.
Magari è anche un problema generazionale? Noi giocavamo in strada, oggi sei davanti al computer…
“Al di là delle abitudini diverse, io credo che oggi si arriva troppo velocemente, subito guadagni cifre spaventose, e, secondo me, non c’è un processo di crescita giusto. Per arrivare a giocare in Serie A, arrivavi per gradi. Magari prima si mandavano a fare le ossa nelle serie minori, invece oggi si trova subito il campione e non si costruisce”.
Alessandro Buongiorno ha fatto tanta gavetta, a proposito. Che giocatore è?
“Uno dei difensori più in vista del nostro campionato. È arrivato tardi in alto ma non c’è una data di scadenza. Lui ha fatto un percorso e l’ha fatto bene, gradualmente è arrivato dove penso volesse arrivare, cioè in una squadra importante che gioca per traguardi importanti. Ed il percorso che ha seguito lo porterà a fare bene, perché sa quanto ci ha messo del suo per arrivare lì”.
Sta giocando non propriamente nel suo ruolo, ma ci sta dimostrando di avere basi forti per giocare ovunque…
“Può capitare che il tuo allenatore ti chieda un sacrificio di adattamento in un ruolo diverso dal tuo, però intelligentemente lo fai: sempre meglio giocare fuori ruolo, che rimanere in panchina. Ovviamente si vedrà se è un adattamento momentaneo, oppure se si giocherà in quel modo in pianta stabile”.
C’è qualcuno che non la sta convincendo nella fase difensiva del Napoli?
“La squadra mi piace, sta ripartendo nel modo giusto dopo un anno brutto. Sarà una squadra molto fastidiosa, e ne sono contento: il Napoli deve stare in alto, è una squadra che compete, il campionato dello scorso hanno ha fatto male anche ai tifosi rivali. Oggi si è ripartiti bene, anche col calciomercato, sono molto fiducioso che questa squadra faccia molto bene”.
Quale attaccante preferisce fra Lukaku ed Osimhen?
“Osimhen è un grande attaccante, al di là di come si è comportato. A me piace di più rispetto a Lukaku. Sono due giocatori che, per certi versi, si assomigliano, ma per fisicità sono completamente diversi. Entrambi consentono profondità, però Osimhen ci mette la velocità, Lukaku ci mette il fisico. Naturalmente molto dipenderà anche dal resto della squadra, a chi dovrà fornire palloni pericolosi per l’attaccante. A condizioni normali, dovessi scegliere, scelgo Osimhen. Anche a Conte, secondo me, sarebbe andato bene il nigeriano, se quest’ultimo fosse rimasto a Napoli”.
Lei è doppio ex di Napoli e Cagliari: che partita vede?
“Giocare in Sardegna non è mai facile però il Napoli è rinvigorito dalla cura Conte e c’è da puntare i tre punti: gli azzurri sono favoriti. Con massimo rispetto del Cagliari, che alla Unipol Domus riesce sempre a dare il meglio di sé”.
L’Inter è ancora la favorita?
“Sì, ma quest’anno ci sarà più concorrenza”.

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