Il Gala lo porta a Istanbul fino a giugno 2025, accollandosi interamente lo stipendio e sollevando il Napoli per una stagione. Punto. E poi si vedrà. Il ds Manna ha ricamato last minute l’unica operazione possibile considerando lo stato delle cose e i mille ostacoli di un percorso ereditato dal passato: tutto saltato, tutto tramontato dall’Inghilterra e la Francia all’Arabia Saudita, e giocatore irrimediabilmente fuori rosa per scelta ponderata e di coerenza di Conte e del club. Manna ha lavorato con il cappio al collo, strettissimo, ma alla fine è riuscito a trarre il massimo dal nulla delle prospettive circostanti: a inizio estate il Napoli avrebbe voluto incassare oltre 100 milioni dalla cessione di Osimhen, finanziando così gran parte del mercato, ma poi la storia s’è complicata di brutto. Venerdì scorso, sul gong del mercato, il tracollo: l’Al-Ahli rifiuta di riconoscere i 70 milioni richiesti a fronte dei 65 offerti a un millimetro dal traguardo, e vira su Toney; e a coté vanno in malora sia il blitz del Liverpool, sia la trattativa tra Osi e il Chelsea per questioni di ingaggio. Dopo l’infortunio di Icardi, però, domenica spunta il Galatasaray: s’informa e Manna individua la formula, consentendo al Napoli di risparmiare gli 11 milioni netti dello stipendio, più o meno 18 milioni lordi (con il Decreto Crescita), e di non svalutare ulteriormente il capitale; il Gala accetta i termini; Osi pure, facendo evidentemente i conti con i sei mesi di vacanze forzate; e De Laurentiis accende il placet. Tutti infelici e contenti. Fonte: CdS