Il campionato è ancora all’inizio, ma già non
manca il solito florilegio di opinioni, già
ampio. Naturalmente, ognuno, attraverso le
tantissime televisioni che pullulano nella rete,
ha detto la sua, con opinioni che hanno tenuto
poco conto della realtà del Sud, la nostra re-
altà. Non voglio obiettare questa scelta, ma
segnalare quelli di Napoli che non fanno la
loro parte ed esternare il mio dissenso per il
comportamento delle televisioni che sistema-
ticamente offendono la classe intellettuale e
giornalistica del sud ignorandola, affidandole
un ruolo marginale. C’entra probabilmente
una questione di “rimorchio”, vale a dire che,
chi per una ragione, chi per un’altra, quaggiù
in molti procedono al seguito di qualche il-
lustre personaggio, quando sarebbe tempo in-
vece di guardarsi in faccia per trovare una
politica comune, di respiro veramente meri-
dionale. Ma la verità è anche che la faccia
giornalistica riflette la faccia di tanta altra
gente, compresa quella della nostra società
maggiore, che è il Napoli e che avverte uno
evidente stato di imbarazzo. Ma De Lauren-
tiis e Chiavelli devono capire, che è ormai
tempo di non tenere più lo sguardo volto a
settentrione ma al meridione. È l’amicizia
con Vigorito, con la Salernitana, con le tante
e variegate realtà del nostro Sud, che ci deve
interessare. Questi possono essere considerati
amici. Oaktree, gli americani del Milan,
quelli della Roma, del Parma, del Bologna
e della Fiorentina e più di tutti gli Agnelli
sono concorrenti, simpatici, leali, ma concor-
renti. Il Napoli è su questo piano meridionale
che dovrebbe muoversi. Non ci consta fino a
oggi lo abbia fatto. Mi rendo perfettamente
conto che il Napoli ha molti problemi da ri-
solvere ma non è che questi problemi pos-
sano venire risolti tardando invece ad
alimentare i rapporti con Palermo, Reggina,
Juve Stabia, Catania e via dicendo. Il Na-
poli non gode di buona stampa nel Sud, per-
ché del Sud se n’è sempre strainfischiato.
L’augurio nostro è che trovi la voglia e il
tempo per realizzarsi su questo piano. Per
farlo occorrerà anche tutta la buona volontà
della sua squadra. Il calcio che le abbiamo
visto praticare contro il Bologna è stato sin-
ceramente differente rispetto alla brutta prova
di Verona. CONTE s’è mostrato soddisfatto
perché adesso tutti correrebbero. Ma correre
non significa giocare, e questo Antonio lo sa.
La corsa è un momento del gioco, non è il
gioco. Direi piuttosto che è nella corsa il più
grosso difetto del Napoli attuale. E’ sempre
diversa, cangiante, insicura. Nel Napoli per-
fino i terzini (che sono buoni) si agitano fre-
neticamente. Il centrocampo, così come
gioca è un assurdo tattico. Il solo Lobotka
mantiene disciplinatamente il ruolo; An-
guissa ha l’abitudine di stracciare sistemati-
camente la squadra in avanti. Ora, messe
così le cose, con gli inquieti Raspadori e Si-
meone che ci ritroviamo, non si risolverebbe
gran che. L’arrivo di Lukaku giovedì al Cen-
tro Sportivo di Castelvolturno dovrebbe e po-
trebbe cambiare, insieme a McTominay,
l’assetto tattico di questo Napoli che ha già
inserito Neres, il primo brasiliano con il nu-
mero 7 dopo Jarbas Faustinho Canè. Il Na-
poli ha bisogno di correre di meno e restare
più ancorato ad un certo reparto, che è quello
di centrocampo. CONTE deve ricordarsi, per
ricostruire un Napoli insidioso, della sua
Inter. Quella Inter era una squadra in cui cor-
reva la palla, non gli uomini. Le sue erano
esplosioni offensive e non aggressioni sba-
date. Tornando al Napoli: i suoi attaccanti
(Lukaku, Kvara, Neres, Ngonge, Raspadori,
Simeone e Politano) hanno bisogno di galop-
pare in spazi liberi. Dove sono gli spazi liberi
nel Napoli? Appena se ne apre uno i centro-
campisti si infilano, escludendo dall’azione
gli attaccanti. Solitamente però gli spazi man-
cano. Il Napoli procede per passaggi orizzon-
tali che costituiscono il divertimento delle
difese avversarie; la ricerca del gol è pura av-
ventura. La squadra non riesce a dare una
sensazione di forza e di continuità. Sono que-
sti i problemi che Conte è chiamato a risol-
vere prontamente; ha tutte le carte in regola
per farlo, anche se bisogna dirlo, la “politica
aziendale” non è riuscito a confonderlo. La
scadenza della terza giornata porta il Napoli
ad ospitare il Parma; impone un dirizzone
all’andazzo del Napoli. Il Napoli e Conte
sono ad una svolta. Speriamo che sia quella
buona. La straordinaria vittoria con il Bolo-
gna deve servire da stimolo per ritornare ad
essere la grande squadra vista negli anni pre-
cedenti a quello ultimo del trio Garcia, Mazzarri,Calzona