Lui e Antonio sono diventati compagni e amici trent’anni fa nello spogliatoio della Juventus. E il suo primo regalo, adesso che Conte è a Napoli, la città di Ciro Ferrara, è stato un libro. «Sui proverbi napoletani». La consegna dall’ex campione azzurro, opinionista di Dazn, davanti alle telecamere.
Quale gli ha dedicato?
«Dopo Verona, gli suggerii questo: storta va dritta vene. E infatti, è andata dritta col Bologna».
Perché un libro di proverbi napoletani?
«Perché aiuta a comprenderci e ogni giorno si può trarre ispirazione da un detto. Napoli è una città umorale e ha bisogno di riconoscersi nel suo condottiero: vederlo indicare la luce. Ed è quello che è accaduto con Conte nella partita di domenica scorsa».
Lei conosce bene il tecnico: come può aver trasformato il gioco e l’anima del Napoli in una settimana, da uno 0-3 a un 3-0?
«Antonio è stato bravo, ha restituito entusiasmo e voglia di crederci. Il lavoro è lungo, lui ha esperienza e saprà farlo nel modo migliore. Il passaggio non è da una partita dall’altra ma da una stagione e una gestione all’altra. Ci vuole tempo per un allenatore ad entrare nella testa dei giocatori e viceversa: non è soltanto l’interpretazione del sistema di gioco. Ci vuole tempo ma tempo, lo sappiamo, non ce ne è in un campionato di questo livello».
Quando sarà il Napoli di Conte?
«Gli ho detto, sorridendo, che quando i giocatori cominceranno ad odiarlo durante gli allenamenti sarà sulla strada giusta per ottenere importanti risultati perché vedranno che serve quel lavoro duro e la fatica non sarà più un sacrificio. Antonio è stato bravo a lavorare su ciò che non è andato nel secondo tempo di Verona, dove non vi è stata reazione da parte del Napoli. Ha ricompattato la squadra e infatti agli avversari sono state concesse meno ripartenze. E ha vinto contro un rivale forte».
Il Bologna ha fatto un punto nelle prime due giornate, però.
«Ma è sbagliato valutarlo così, il Napoli ho giocato contro una squadra che ha gamba e l’ha sbloccata al momento giusto, gestendo poi bene la partita».
Cosa dà Conte al Napoli?
«Si è ricreato un bellissimo entusiasmo. Senza nulla togliere ad altri tecnici che hanno lavorato qui, è stato Antonio a creare questa alta e legittima aspettativa: è arrivato un uomo vincente, forte non soltanto sul campo. Ha convinto Di Lorenzo e Kvara a restare qui e Lukaku è venuto a Napoli per lui, l’allenatore con cui si è espresso ai massimi livelli. Pensando a tecnici del passato mi viene da pensare a Benitez: anche la sua presenza, undici anni fa, spinse giocatori di valore a firmare per il Napoli. Sul carisma e sulle capacità di Antonio si basa questa stagione, perché lui ha la forza per ribaltare la situazione dopo la scorsa annata. Senza trascurare il percorso che la squadra ha compiuto: lo scudetto ma anche 14 anni di partecipazioni consecutive alle coppe europee. E, infine, può piacere il suo modo di essere: è un personaggio scomodo che non le manda a dire».
Le prospettive del Napoli?
«Tornare in Champions: mi sembra chiaro l’obiettivo, più o meno dichiarato dall’allenatore e dal club».
Sabato c’è il Parma di Pecchia, altro suo ex compagno.
«A Napoli arrivò nel ‘93 da Avellino. Un grillo in campo, lo trovavi dovunque. Lippi a inizio stagione schierò lui e Cannavaro, due ventenni, e diedero una grande mano in una stagione difficilissima, con gli stipendi non pagati: la squadra, di cui ero il capitano, arrivò in Europa. Ci ritrovammo quattro anni dopo alla Juve, c’era anche Conte. Stagione pessima per me: frattura per tibia e perone. Adesso ci incrociamo sui campi e siamo nella chat “Napoli Legends”. Scherzo sul fatto che ci sia anche lui tra le leggende…».
E il Pecchia allenatore?
«Bravo a fare le scelte opportune, a lavorare in club strutturati come il Parma. La squadra gioca bene, prevedo una partita tostissima al Maradona. Conte e Pecchia sanno leggere la gara e cambiarla: per Fabio, anzi per l’avvocato, basta vedere come ha impostato quella vinta sul Milan».
C’è un altro proverbio da dedicare a Conte?
«Dicette ‘o pappice ‘a noce damme ‘o tiempo ca te spertose. Serve la traduzione in italiano?».
Fonte: Il Mattino