Il Mattino quest’oggi in edicola analizza i moduli tattici sui quali Antonio Conte sta lavorando per plasmare il nuovo Napoli. Il tecnico ex Tottenham si affiderà al suo 3-4-2-1 da battaglia (che poi è quasi sempre un 5-4-1 con palla agli avversari), da modificare solo in caso di necessità. Il lavoro quotidiano svolto fin qui va verso questa direzione, cancellando dopo quasi un decennio il 4-3-3 varato da Maurizio Sarri e proseguito fino a Rudi Garcia.
Le prime tracce di difesa a tre si erano però già viste nell’ultima stagione sotto la guida di Walter Mazzarri, in particolare nel corso delle gare di Supercoppa Italiana in Arabia Saudita. In questo momento, senza Olivera rientrato solo lunedì, l’idea è quella di piazzare una linea con Rrahmani centrale e i due braccetti Buongiorno e Di Lorenzo. Quando il terzino uruguaiano entrerà pienamente nei meccanismi, si potrà pensare ad altre soluzioni, ad esempio l’avanzamento come quinto a destra del capitano azzurro, con Mazzocchi destinato a essere sacrificato.
La parola d’ordine del nuovo modulo è aggressività costante: anche sei o sette calciatori che vanno all’assalto del recupero del pallone che, secondo la volontà di Conte, deve avvenire il più alto possibile. Il tutto per dare libertà a chi giocherà davanti: Kvara e Politano sono adesso “dentro” al campo, sottopunte e spesso affiancano la prima punta che domani con il Modena sarà ancora una volta Raspadori.