Il Mattino stamane in edicola mette a confronto la gestione di Antonio Conte in queste prime settimane di Napoli con quella dei suoi ultimi predecessori. Se un anno fa in ritiro Rudi Garcia nominò un gruppo di “saggi” con i quali provare a dialogare, l’ex tecnico del Tottenham non ne ha alcun bisogno: il leader carismatico e trascinatore assoluto è lui. Nessun altro se non lui. Che in casa azzurra si respiri una nuova aria dopo le tribolazioni dell’ultima stagione è già evidente: anche qui Conte ha separato il gruppo squadra dal resto del Napoli nei momenti principali della quotidianità.
Un esempio? A tavola, nell’hotel di Dimaro ma anche in quello a Rivisondoli, le tavole son state distanti tra i calciatori e il piccolo staff tecnico e tutto il resto del Napoli. E persino gli orari dei pasti differenti. Dirigenti compresi. L’unica eccezione è riservata al presidente De Laurentiis, ma finora da parte sua non sono mai state chieste deroghe.
Il tecnico salentino ha preteso, ed ottenuto, carta bianca. Ha imposto al club di non autorizzare l’ingresso nel quartier generale di agenti, manager e intermediari, evitando clamori come quello suscitato dalla continua presenza, lo scorso anno, del manager di Osimhen. Anche sul campo: nessun addetto alla sicurezza è minimamente autorizzato a sbirciare i lavori sul terreno blindato.