“LUKAKU PIU’ 70 PER OSIMHEN” – Victor ogni giorno più lontano dal progetto

 

C i sono un belga, un nigeriano, un francese, un inglese e un napoletano: e non è mica una barzelletta, anzi.

L’interessantissima vicenda di mercato che sta intrecciando i destini di Victor Osimhen, Romelu Lukaku, Napoli, Paris Saint-Germain e Chelsea, l’ultimo a piombare sulla scena avvolto in un elegante abito di mercato fumo di Londra, è diventata un intrigo internazionale. Una storia molto affascinante che però va scritta in fretta, considerando che Antonio Conte non ha ancora ben chiaro su quale centravanti principe potrà contare a dieci giorni dalla Coppa Italia, ma il Napoli sta facendo di tutto per accelerare e dare una scossa definitiva alla questione.

 

A PARIGI . Il Psg, dopo aver incassato l’ultimo rifiuto di De Laurentiis per Osi al cospetto di una proposta da 90 milioni di euro (per interposta persona), s’è messo in freezer e non ha più dato cenni sin dalla fine del ritiro a Dimaro: strategia o tensione, beh, conta poco, fatto sta che è in silenzio da qualche giorno nonostante l’interesse. Per completezza, non ha ancora ceduto uno tra Kolo Muani e Gonçalo Ramos e prima di investire ritiene di dover incassare e creare lo spazio n e cessario in rosa: attendere, prego.

 

A LONDRA . Osimhen, dal canto suo, sembra ogni giorno più lontano dal progetto, tanto che continua ad allenarsi ma oggi salterà anche l’amichevole contro il Brest in programma al Patini, la quarta consecutiva del programma estivo, en plein; mentre Rom, escluso dai Blues dall’elenco dei convocati per la tournée negli States, non vede l’ora di tornare da Conte. Il Chelsea, tra l’altro, non è riuscito a scardinare il muro dell’Atletico Madrid per arrivare all’altro talento nigeriano Samu Omorodion, e così con il Napoli è stato riaperto un fronte quasi naturale: una trattativa che coinvolge Lukaku e Victor. Il club azzurro parte da un presupposto: non cederà Osi – a nessuno – per una cifra troppo lontana dalla clausola di 130 milioni. E dunque è disposto a lavorare soltanto a certe condizioni: operazioni a titolo definitivo; e almeno 70 milioni di base più il cartellino di Romelu (ha una clausola da circa 44 milioni di euro ed è valutato una trentina). Estremamente difficile, se non impossibile allo stato, pensare a uno scambio di prestiti onerosi, condizionato inevitabilmente da rinnovi preventivi perché entrambi vanno in scadenza nel 2026: assomiglia a un paracadute di fine agosto che nessuno vuole aprire.

 

Fonte: Cds

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