Emanuele Giaccherini, ex calciatore del Napoli, e attuale commentatore per DAZN, che conosce molto bene Antonio Conte, ha parlato in un’intervista al Corriere dello Sport.
Al Bar del Borgo di Talla, mille anime in provincia di Arezzo, si conserva la romantica e sana tradizione di acquistare i giornali, politici e sportivi, e di lasciarli sul bancone a disposizione del pubblico. D’estate, poi, è un grande classico. Caffè e gol, cornetto e mercato. Inchiostro sulle dita: Emanuele Giaccherini lo faceva da ragazzino e lo fa ancora, a 39 anni e dopo una carriera importante. «Il bar è di mio fratello Andrea». Giak è stato un simbolo della parabola di Antonio Conte e della sua filosofia: se vuoi, puoi. «Beh, Conte è Conte». E lui per tutti sarà sempre Giaccherinho – definizione del signor Antonio -, uno dei giocatori cult di un tecnico che ha scalato il mondo tra grandi vittorie e un grande rifiuto del destino: «Nel 2010 Conte mi voleva al Siena in B, ma preferii restare al Cesena in A. Fu il no che m’ha cambiato la carriera, il più giusto possibile: l’anno dopo mi portò alla Juve». E poi in Nazionale, all’Europeo, nel 2016. In questa fase, invece, Emanuele fa il commentatore ai microfoni di Dazn, è un moderno talent: «Mi piace moltissimo, mi entusiasma. Nel frattempo sono anche diventato allenatore. La molla non mi è ancora scattata, ma non si sa mai».