Serie A – Nove allenatori nuovi su undici tra le squadre, il Napoli con il triplete

Sarà un campionato mai visto nell’ultimo decennio, un campionato nuovissimo per gli allenatori, con nuove idee e nuove gestioni. Dal 2015-16 ad oggi solo undici squadre sono rimaste sempre in Serie A: Atalanta, Bologna, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Roma, Napoli, Torino e Udinese. E mai, come nella stagione che sta per iniziare, ci sono stati tanti cambiamenti in panchina. Saranno nove in tutto, con due soli confermati, Gasperini a Bergamo e Simone Inzaghi all’Inter. Cambieranno tutte le altre rispetto all’inizio del campionato. In questo modo, Gasp e il neo campione d’Italia avranno dei vantaggi rispetto ai loro colleghi? Conterà di più la continuità didattica o la forte motivazione del nuovo tecnico? La conoscenza consolidata di chi è di casa o l’esplorazione dei nuovi arrivati? Un anno fa i cambi erano stati solo due (Garcia a Napoli e Thiago Motta a Bologna rispettivamente per Spalletti e per l’indimenticabile Mihajlovic), l’anno precedente addirittura uno solo (Sottil per Gotti a Udine). Siamo di fronte a una vera svolta. Andiamo in ordine di classifica.
DA PIOLI A FONSECA. Sul nuovo allenatore del Milan si gioca molto Ibrahimovic che l’ha scelto. Pioli aveva vinto uno scudetto quando nessuno poteva immaginarlo, Fonseca torna in Italia dopo due buone stagioni col Lilla successivo al biennio (non completo) con la Roma. Ha tanto da dimostrare in una squadra che si sta rinnovando (e potenziando) e che l’anno scorso ha chiuso al secondo posto. DA ALLEGRI A THIAGO MOTTA. È il cambiamento che ha fatto più rumore. Allegri ha chiuso la sua seconda avventura bianconera col licenziamento e ora Thiago Motta, che ha portato il Bologna in Champions, avrà una grande responsabilità: restituire alla Juventus la vecchia nobiltà. C’è una forte curiosità intorno all’arrivo dell’italo-brasiliano perché nella sua giovane carriera non ha mai allenato una squadra impegnata sia in campionato che in una coppa europea. Dovrà trasmettere una nuova identità tattica e, al tempo stesso, gestire le risorse. DA Thiago MOTTA A ITALIANO. Su certi concetti, tipo il gioco forte sulle ali, precedessore e successore si somigliano. Ma se Thiago passa da una squadra che gioca due gare ogni settimana a una che ne farà tre, Italiano arriva a Bologna con una solida esperienza in campo europeo. Certo, la Conference League frequentata dalla Fiorentina (è arrivata due volte di fila in finale) non è la Champions, ma con i viola il nuovo tecnico rossoblù è riuscito a giocare anche 60 partite a stagione. Pure sotto questo profilo è una garanzia.
DA MOURINHO A DE ROSSI. Qui si parla di un cambiamento già metabolizzato visto che DDR ha preso il posto di José a metà del campionato scorso. In quel pezzo di stagione De Rossi ha fatto bene, ha ottenuto buoni risultati e si è fatto apprezzare. Cambiano però le aspettative: un anno fa doveva risolvere una situazione che si era fatta complicata per responsabilità che non gli appartenevano, adesso quelle stesse responsabilità sono tutte sue. DA SARRI A BARONI. Anche a Formello c’era stato un cambio di panchina durante la stagione, con le dimissioni di Sarri e l’arrivo di Tudor che, proprio mentre stava per ripartire il mercato per la nuova stagione, si è fatto da parte. Marco Baroni arriva dalla fatica di stagioni in cui doveva salvare la squadra e anche nelle ultime due ha fatto centro con Lecce e Verona (un capolavoro). Ha dentro un calcio più pragmatico rispetto a quello di Sarri che alla Lazio aveva portato con sé i successi al Chelsea e alla Juventus. L’ex veronese è atteso da un salto di livello.
DA ITALIANO A PALLADINO. Stessa ambizione, ma diversi principi tattici. Con Italiano la Fiorentina non si è quasi mai staccata dalla difesa a quattro, con Palladino partirà con la difesa a tre. Il club di Commisso continua a puntare su allenatori giovani e quella dell’ex monzese è una bella scommessa.
DA JURIC A VANOLI. Ovvero, da un allenatore con una certa esperienza (6 campionati fra Serie B e Serie A per il croato) a un debuttante in A (un pezzetto di campionato in Russia con lo Spartak Mosca e quasi due anni di B col Venezia per Vanoli). Come per la Fiorentina siamo di fronte a una scommessa interessante.
DA GARCIA A CONTE. Prima Garcia, poi Mazzarri, infine Calzona, tre fallimenti prima di affidarsi a uno degli allenatori più stimati. Con l’arrivo di Conte al Maradona più che di un cambiamento si deve parlare di una svolta vera e propria, un nuovo e solido riferimento a cui i napoletani affidano tutte le loro speranze.
DA SOTTIL A RUNJAIC. Se a Fiorentina e Torino piace scommettere su allenatori giovani ma già conosciuti e apprezzati in Italia, l’Udinese punta su qualcosa di più particolare, di meno noto, forse affidandosi a un fattore sorpresa. Kosta Runjaic è nato a Vienna, ma è un tedesco di origini croate, prenderà il posto di Sottil, Cioffi e Cannavaro. Quando si dice il ribaltone…
Fonte: CdS
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