Dalle pagine de Il Mattino (Bruno Majorano)
Il ragazzo si farà
Bautista è cresciuto nella scuola calcio Petrarca dove ha giocato per sei anni sotto la supervisione scrupolosa e attenta di Rossano Vettosi, una vera e propria garanzia quando si tratta di scovare il talento e farlo crescere nel modo giusto. E nell’arco di questi anni ha affinato non solo la tecnica ma anche la capacità di stare in squadra. È un ragazzino versatile, tanto è vero che ha giocato finanche come portiere, in un ruolo dove si esaltava grazie alle sue caratteristiche di elasticità e caparbietà. Ecco perché con il tempo si è evoluto in campo passando a giocare prima da difensore centrale e poi da centrocampista (a quell’età si gioca in 8 più il portiere). Segni particolari? Piedi educatissimi: sia il destro (naturale) che il sinistro, allenato nel tempo. Il legame con Lucas è praticamente strettissimo e i due ora si ritroveranno anche nel Napoli. Sono cresciuti insieme, fuori e in campo. Fin da piccolissimi si sfidavano nel giardino di casa negli uno contro uno. La palestra migliore per crescere come calciatori e come uomini. Per il Napoli sarà un jolly a tutti gli effetti, con la caratteristica di un tiro potente e preciso: il suo vero asso nella manica. È tecnico, gli piace saltare l’uomo e soprattutto calciare in porta. Ha una testa quadrata ed è molto studioso. Ha capito fin da subito che il calcio può essere una strada, ma non certamente l’unica della sua vita. La competizione interna tra i due fratelli (cresciuti a Napoli con la mamma Maria Soledad) fa bene a entrambi che sfidandosi continuamente anche in casa hanno migliorato sempre di più il loro livello tecnico e agonistico. Bautista ha il compito del fratello maggiore con Lucas che di fatto pende dalle sue labbra: modello in campo e fuori. Proprio all’inizio della scorsa stagione i due si sono ritrovati, ma da avversari: uno con la maglia del Napoli, l’altro con quella della scuola calcio Petrarca in un’amichevole precampionato. Ora torneranno a vestire la stessa maglia, quella azzurra, quella di papà Edinson.