Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha parlato a La Gazzetta dello Sport, e fra le altre cose è tornato sulla disfatta della nazionale italiana di calcio agli ultimi Europei.
“Non sempre si comprende il ruolo che ha la politica nello sport. A dimostrarlo è il fatto che spesso ci si aspetta che la politica faccia cose che non può fare. Non siamo riusciti a far comprendere all’opinione pubblica e a far apprezzare il privilegio dell’autonomia, che non deve giustificare omertà, inerzia e inefficienze. Da me ci si aspetta che faccia il C.T., il presidente della Figc, quello del Coni, il Giudice Sportivo. Non c’è un’educazione alla conoscenza del sistema istituzionale. Alla fine il gioco è attribuire la responsabilità a qualcun altro. Parlando degli Europei, dopo la sconfitta di Berlino è mancata l’autocritica, l’assunzione di responsabilità, un confronto in Consiglio federale, a partire da una relazione del presidente Gravina. Le elezioni, anticipate, come primo passo mi sono sembrate una risposta istintiva e non il frutto di una riflessione comune. Di certo, questa accelerazione ha reso utile e ancora più necessario l’emendamento Mulè, nella sua versione finale. Alla prima avrei dato parere negativo, lo avevo detto anche al presidente Uefa Ceferin, con cui in Germania ho avuto un confronto franco e costruttivo, contrariamente a ricostruzioni fantasiose e non corrette. In ogni caso, ora mi auguro che la norma, che verrà approvata nelle prossime ore, trovi attuazione immediata per libera volontà della Figc e delle sue componenti. Spero si ripristini una scuola federale di selezionatori. Questo presuppone un Club Italia e un settore tecnico ripensati nella loro globalità”.