Fresco campione d’Europa come ct dell’Italia Under 17, Massimiliano Favo ha ricordato la vittoria dello scudetto Allievi con il Napoli nel 1984: l’esordio con la maglia partenopea si realizzò in un Napoli-Udinese finito 4-3, poi la sua carriera da regista è proseguita tra Serie B e C, con una parentesi fortunata con la maglia del Palermo.
Il ricordo di quell’esperienza?
“Sono passati 40 anni ma abbiamo ancora una chat nella quale proprio in questi giorni Ciro Ferrara ha messo la foto della squadra titolare di quella partita vinta contro la Fiorentina. Quel traguardo è per noi un ricordo indelebile. Quello è stato il secondo scudetto della storia del Napoli dopo quello di Corso con la Primavera e fu di buono auspicio per il titolo del 1986 con Maradona“.
“Sono passati 40 anni ma abbiamo ancora una chat nella quale proprio in questi giorni Ciro Ferrara ha messo la foto della squadra titolare di quella partita vinta contro la Fiorentina. Quel traguardo è per noi un ricordo indelebile. Quello è stato il secondo scudetto della storia del Napoli dopo quello di Corso con la Primavera e fu di buono auspicio per il titolo del 1986 con Maradona“.
A proposito, la sua squadra fu premiata al San Paolo proprio il 5 luglio 1984 in occasione della presentazione di Diego.
“Una giornata unica. Ci premiò proprio Maradona. Lo stadio era pieno ovviamente non per noi, ma alla nostra squadra toccò il compito di giocare una partita che facesse da cornice alla festa per la presentazione di Diego. Giocammo contro una rappresentativa campana“.
“Una giornata unica. Ci premiò proprio Maradona. Lo stadio era pieno ovviamente non per noi, ma alla nostra squadra toccò il compito di giocare una partita che facesse da cornice alla festa per la presentazione di Diego. Giocammo contro una rappresentativa campana“.
Cosa porta ancora dietro di quel successo?
“Il grande lavoro di Riccardo Di Lella, il nostro allenatore e probabilmente anche il mio grande maestro“.
“Il grande lavoro di Riccardo Di Lella, il nostro allenatore e probabilmente anche il mio grande maestro“.
Perché?
“Ci diceva sempre: ‘il pallone è uno solo, se ce l’abbiamo noi non ce l’hanno gli altri’. E io oggi lo ripeto sempre ai miei ragazzi. La cosa essenziale è lavorare sulla qualità, che sia quella individuale e di gioco. L’insieme di tanti giocatori di qualità poi porta a un risultato. Senza qualità non vai da nessuna parte. Ricevo ancora oggi i complimenti da parte dei ct delle nazionali avversarie che abbiamo battuto durante l’Europeo. Questi attestati di stima da parte di allenatori che sono cresciuti con la cultura del bel gioco come in Spagna o in Olanda è la cosa più bella dell’avventura europea“.
“Ci diceva sempre: ‘il pallone è uno solo, se ce l’abbiamo noi non ce l’hanno gli altri’. E io oggi lo ripeto sempre ai miei ragazzi. La cosa essenziale è lavorare sulla qualità, che sia quella individuale e di gioco. L’insieme di tanti giocatori di qualità poi porta a un risultato. Senza qualità non vai da nessuna parte. Ricevo ancora oggi i complimenti da parte dei ct delle nazionali avversarie che abbiamo battuto durante l’Europeo. Questi attestati di stima da parte di allenatori che sono cresciuti con la cultura del bel gioco come in Spagna o in Olanda è la cosa più bella dell’avventura europea“.
Fonte: Il Mattino