“In Italia sempre meno spazio per i giovani e risultati evidenti. Chiesa? Richiesto dal Napoli”

Serxhio Mezi, agente FIFA, ha parlato ai microfoni di 1 Football Club dei temi più caldi di giornata, da Euro 2024 alla Serie A fino al mercato, partito ufficialmente oggi.

L’Italia è alle prese con la delusione a seguito dell’eliminazione dagli Europei.
“Così come l’Albania. Saremmo stati tutti più contenti se fossero andate più avanti. Forse, uscire è anche stato meglio. Le due squadre non avrebbero avuto la forza per reggere il confronto. Sono del parere che un progetto come quello dell’Italia deve sempre puntare al successo”.
Gli azzurri riscontrano una penuria di talenti che non giova, a differenza delle rivali, di una florida produzione di talenti…
“Il progetto delle giovanili italiane è peggiorato molto. Si lotta con squadre che puntano sugli stranieri e non sui giovani del proprio paese, come invece fanno i club degli altri campionati europei. Non c’è stimolo o garanzia per la crescita dei giovani. Prendiamo ad esempio il capitano dell’Under 17 della Roma, Federico Nardin. Ha vinto anche gli Europei con la Nazionale, ma non gode dell’opportunità di cui necessiterebbe. Anzi, è anche in prova con una squadra di prima fascia in Premier League. Si deve lavorare sui giovani e poter contare sulla guida tecnica di un adornatore in stile Pep Guardiola”.
Dopo l’Europeo, si può mettere in discussione l’adattabilità di Luciano Spalletti al ruolo di commissario tecnico?
“Il problema non è Luciano, ma quello inerente ai settori giovanili delle squadre italiane. Serve una mano di ferro per cambiare la filosofia. Sembra che basti soltanto pensare alla prima squadra, prendendo in prestito giovani di altri campionati e valorizzando talenti altrui, a discapito di quelli azzurri. Va anche preso in considerazione un altro fattore. Spagna, Inghilterra, Germania e Francia hanno goduto di una modernizzazione del settore giovanile. Cosa che non è avvenuta in Italia. Lo si evince dal fatto che, in Italia, tutti i giovani della Nazionale sono quelli esclusivamente nati in Italia. Non si riesce ad estendere la considerazione anche agli stranieri. Chiunque sia nato in Italia o abbia doppio passaporto deve poter essere considerato utile alla causa della Nazionale”.
Il Napoli è ancora vicino a Federico Chiesa?
“L’unica squadra che in Italia vuole Federico Chiesa è il Napoli di Conte. L’esterno fa parte di una lista di richiesta stilata dal tecnico. A dire il vero, lo vedo molto bene nel Napoli dell’ex Juve e Inter”.
Il suo destino potrebbe essere legato a quello di Kvaratskhelia?
“Ha svolto un ottimo Europeo (Kvara) e lo vedo lontano dal Napoli, in Francia o in Inghilterra. Per questo, potremmo dire che Chiesa sia il suo sostituto, sin dalla prossima stagione. Osimhen? Non ci sono margini affinché rimanga al Napoli. Si sta lavorando da tempo per sostituirlo ed i due nomi sulla lista sono Broja, per il quale gli azzurri sono i principali interessati in Italia, l’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla mancata partecipazione del Napoli alla Champions; l’altro nome è quello di Lukaku”.
È ancora Buongiorno il difensore più vicino al Napoli?
“Non ho ancora aggiornamenti al riguardo. So che stanno cercando un difensore, ma non ho notizie in merito al talento del Toro”.
Un mercato, quello di A, fatto di idee che sopperiscono all’assenza di risorse.
“Tutti ragionano sui prestiti. Tuttavia, ritengo che il prestito sia la rovina del calcio, anche se gli agenti guadagnano lo stesso. Si dovrebbe ragionare sul bene del calcio, al di là dei propri guadagni. Eppure, è uno strumento di cui si avvalgono tutte le squadre italiane. Se non hai i soldi, lascia perdere! Per me, sarebbe meglio retrocedere in Serie B con giovani di prospettiva che, in futuro, possono anche attirare le lusinghe dei top club del campionato. Difatti, gli arabi comprano talenti non per un ritorno immediato, ma perché investono sull’immagine del campionato. Il vero guadagno che interessa agli investitori arabi è quello del merchandising, del marketing”.

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