Non è un qualcosa che nasce oggi, l’idea è vecchia, di sei o sette mesi fa. Gabriele Gravina si è inventato una “commissione di saggi”, o meglio, di “guide”. Che facciano da mediazione tra le società di Serie A e il Club Italia. Il rapporto tra club e la Nazionale è da sempre tormentato, basti chiedere, senza andare troppo lontano, a Conte e Mancini, che si sono battuti per gli stage. Ma qui ci sono di mezzo i giovani e la convocabilità degli italiani, che al momento è abbondantemente sotto il cinquanta per cento, il che vuol dire che dilagano gli stranieri. Aumentare i giovani e concedere ai ct una maggiore scelte per i chiamati in Nazionale, questo lo scopo della commissione dei saggi, che Gravina ha definito «consultiva». Un gruppo di dirigenti che dovrà dare maggiore respiro alle Nazionali giovanili, favorendone la crescita.
Al momento in questa commissione sono stati scelti dirigenti-tecnici come Marotta – non a caso, sempre presente nel ritiro di Iserlohn – Giovanni Sartori del Bologna, uno dei migliori talent scout del nostro calcio, Cristiano Giuntoli della Juve e Umberto Marino dell’Atalanta (prima che andasse in Francia, si era pensato pure a Fredric Massara). Gravina ha sempre sofferto proprio la distanza dei club dalla Nazionale e coinvolgerli, per lui, dovrebbe servire a favorire una loro maggiore disponibilità a far giocare un numero congruo di italiani, aumentando così i convocabili. Altra strada non c’è, considerato che per le norme comunitarie non si riesce a imporre un numero minimo di italiani in campo. Il nome “nuovo” è Umberto Marino, dirigente molto vicino a Marotta. E la scelta premia l’Atalanta, rivelazione di questi anni, e il suo presidente Percassi, che ci teneva a essere coinvolto. E’ una mossa che prende, inevitabilmente, una direzione politica: avvicina la Figc – sostenuta solo da Juve, Milan, Inter e Roma – alle altre società, spaccando il fronte antagonista guidato da Lotito, come riporta Il Mattino
Di contro però favorisce dietrologie, che nel calcio sono spesso all’ordine del giorno. Ovvero: se un giovane dell’Atalanta – ad esempio – fosse convocato nell’Under 21 o in Nazionale e un giocatore di una squadra non rappresentata in commissione stesse fuori, qualcuno potrebbe vederci un interesse. Idem nel caso in cui il calciatore big di Inter o Juve fosse risparmiato e magari quello del Milan no. Insomma, è un’arma a doppio taglio. Ma Gravina ci crede molto e pensa possa essere questa la strada per poter rilanciare e valorizzare il calcio delle giovanili, specie le Nazionali minori. Che spopolano, ma i loro giocatori sono ancora invisibili.