Alberto Polverosi ha commentato per Il Corriere dello Sport, la gara tra la Svizzera e l’Italia, facendo riferimento, soprattutto ad un marchio Spalletti non ritrovato: “Le sue squadre hanno sempre avuto il suo marchio. Erano riconoscibili a prima vista. L’Italia è stata irriconoscibile. Spalletti ha sempre risolto i suoi giocatori, all’Europeo gli azzurri erano irrisolti. Ha sempre trasmesso il suo carattere, contro la Svizzera i giocatori si nascondevano. Conoscendolo da così tanto tempo, non siamo rimasti delusi, ma increduli. Non era Spalletti quello seduto sulla panchina dell’Italia. In azzurro c’era Di Lorenzo, uno dei migliori terzini d’Europa di fascia destra fino a un anno fa (quando sulla panchina del Napoli c’era proprio Spalletti); c’era Fagioli, una scommessa (persa) dal ct; c’era Scamacca che nel girone di ritorno con l’Atalanta ha fatto fuoco e fiamme arrivando a 19 gol stagionali; c’era Chiesa che tre anni fa era stato decisivo nella conquista del titolo di campioni d’Europa. Bene, dove sono finiti? Avevamo di fronte una buona squadra, con un terzino del Toro, uno del Newcastle più Akanji, un centrocampista del Rennes (Rieder), un attaccante dell’Augusta (Vargas, che in Bundesliga ha segnato 4 gol, e lo abbiamo trasformato in Garrincha), tre giocatori del Bologna (Ndoye e Freuler 1 gol a testa e Aebischer 0 gol in Serie A) tutti bravi, come no, ma nessun fenomeno”.