Se il Pil si misurasse con l’entusiasmo, malgrado i suoi guai e le sue grandi potenzialità, Napoli sarebbe prima in tutte le classifiche per qualità della vita. Perché entusiasmo significa fiducia nel futuro e più posti di lavoro.
La miniera dell’entusiasmo dalle nostre parti si chiama anche calcio e in queste ore ci si interroga sul rinnovato entusiasmo che sta portando l’arrivo di mister Antonio Conte nella società di patron Aurelio De Laurentiis dopo un’annata balorda che ha seppellito sotto dieci metri di ghiaccio il post-scudetto. Prima di approfondire il “Conte impact” vale la pena ricordare il valore aggiunto – anche dell’entusiasmo – che ha portato la festa scudetto a maggio e giugno 2023.
Anno in cui l’economia collegata al turismo è stata stimata in 1,46 miliardi facendo schizzare Napoli al sesto posto nella classifica delle cento città italiane a maggiore vocazione turistica. E i dati dei primi mesi dell’anno in corso hanno una curva ancora più positiva con un più 20%.
E torniamo a Conte: in una città in crescita esponenziale e sempre a due facce, quanto può incidere su questo trend l’effetto Conte? Esiste un Pil dell’entusiasmo capace di influenzare quello vero? Parola a Costanzo Jannotti Pecci leader degli industriali napoletani: «Per anni, la Società Calcio Napoli, con la guida illuminata del Presidente De Laurentiis, è stata una sorta di eccezione alla regola, per la qualità dei risultati sportivi e degli esiti gestionali, in una città e in un territorio segnato da gravi criticità».
L’analisi di Jannotti Pecci prosegue così: «La ripresa in atto ha cambiato lo scenario. La presentazione di Antonio Conte si inquadra in una fase congiunturale ricca
Il Presidente poi scommette sul il dell’entusiasmo: «L’auspicio è che Conte segni l’avvio di un immediato rilancio di una squadra che, tutto sommato, appena un anno fa si è laureata campione d’Italia. In tal modo, oltre alle soddisfazioni dei tifosi, ci sarebbero ulteriori ritorni in termini di crescita del brand Napoli. Confido nel nuovo mister e nella sagacia e capacità di pianificazione dell’amico Aurelio».
Vincenzo Schiavo presidente di Confesercenti Napoli e Campania sul fatto che l’ottimismo e la fiducia giovi all’economia cittadina ha pochi dubbi: «L’entusiasmo – racconta – impatta in maniera forte sull’economia della città e da sempre quando il Napoli vince il giorno dopo la spinta all’acquisto è sempre stata più forte. L’augurio è che il Napoli possa contribuire sempre di più alla felicità dei tifosi e con essa anche alla crescita del commercio».
Claudio Boccalatte di Federalberghi Napoli allarga il ragionamento: «I buoni risultati sportivi portano entusiasmo e l’entusiasmo è contagioso e spesso si estende anche ad altri comparti come quello turistico. In questa ottica l’arrivo di Conte a Napoli, dopo un anno sportivo orribile, pone le basi per riproporre quell’entusiasmo che ha portato in città turisti e curiosi, dall’Italia e dal mondo, nel periodo dei festeggiamenti per lo scudetto». Boccalatte ricorda che «Le strutture ricettive registrarono il tutto esaurito.
I benefici, però, non li produce solo un buon risultato sportivo, ma soprattutto l’organizzazione e la programmazione di eventi». Massimo Di Porzio di Confcommercio spiega: «Il turismo sportivo si nutre di entusiasmo come abbiamo visto l’anno scorso. Dopo l’annata deludente l’arrivo di Conte può riaccendere gli entusiasmi e anche l’arrivo dei turisti».
C’è però il risvolto della medaglia, ovvero una economia sommersa e sconosciuta ai registri istituzionali che ruota intorno all’entusiasmo che genera la Ssc Napoli spesso gestita dalla malavita organizzata: l’ultimo rapporto semestrale della Dia ha registrato 70 tra clan camorristici e bande criminali che insistono sul territorio cittadino. Economia che produce gadget falsi, vendita abusiva di cibi e bevande, parcheggiatori abusivi capaci di guadagnare nel giorno delle partite al Maradona anche 50mila euro in una notte considerando 5 euro a macchina. Giusto per fare qualche esempio.
E che recluta la sua manodopera tra i circa 105 mila disoccupati – i dato sono dell’Osservatorio del Comune – che costituiscono il 29% della forza lavoro residente. Il tasso di disoccupazione è di gran lunga il più elevato tra quelli osservati nelle più popolose città italiane. Il secondo valore più alto è registrato a Palermo ed è pari al 19,8%.
Fonte: Il Mattino