“Bastardo, dacci i gioielli o finisce male”. Accento straniero. È un attimo. Robi va in protezione della famiglia, subito. Si mette in mezzo fra i rapinatori e i suoi cari. Sono in due che spuntano dal nulla davanti a lui ma altri quattro arrivano da dietro. In sei. È circondato. Volano parolone, miste alla paura di un momento violento, invasivo, crudele. L’Italia, in tv, sta ancora resistendo contro la Spagna. Sono le 21,30 passate di giovedì 20 giugno: Robi Baggio, nella sua villa di via Firenze, ha qualcosa di più importante a cui pensare e per la quale lottare. Attimi lunghi e inestricabili di paura, per sé e la famiglia, come racconta La Gazzetta dello Sport
Il Commando di sei uomini si è introdotto dalle finestrate aperte per far entrare un po’ di brezza nella serata afosa. L’impianto d’allarme (estesissimo, ma c’è ancora luce) non è del tutto acceso, solo parzialmente insomma. Robi vede due tipi, in casa con lui ci sono i figli Mattia e Leo, la moglie Andreina, la suocera e l’inserviente Gloria. Robi realizza che si tratta di una rapina. A mano armata. Violenza: verbale prima di tutto, con minacce pesanti. In due cercano di fiondarsi verso una parte della famiglia per ricattare Robi con l’incolumità dei suoi cari. Robi reagisce. Dice, fa, si muove per ostacolare il brutto corso degli eventi. Pum. È un attimo. Il calcio della pistola lo colpisce alla tempia: Robi barcolla, si accascia, fuoriuscita copiosa di sangue. Saranno 6 i punti di sutura necessari, il tutto al Pronto Soccorso di Arzignano due ore dopo l’orribile evento.