Se Kvara va via è anche colpa di AdL ma le società vanno tutelate, Uefa e Fifa intervengano

De Laurentiis doveva blindare il georgiano subito dopo lo scudetto.

La volontà non può valere più di un contratto: Uefa e Fifa farebbero bene a regolamentare le richieste dei giocatori

Tradizionalmente durante l’Europeo e il Mondiale, il mercato subisce una sorta di automatico stop, le trattative per i giocatori di prima fascia quasi fisiologicamente si interrompono. E tra società, calciatori e rispettivi agenti scatta una tacita tregua armata sancita da un “ne riparliamo dopo il Mondiale, sistemiamo tutto dopo l’Europeo”. Anche il mercato della Serie A fin qui è vissuto su aggiustamenti riguardanti le panchine degli allenatori e le poltrone dei direttori sportivi, per i calciatori fino a ora non sono da registrare colpi eccellenti. Sicuri partenti come Osimhen sono in attesa, altri big come Theo e Rabiot aspettano senza fretta; l’unica pedina già al suo posto nella scacchiera delle grandi è il nuovo rinnovo di Lautaro con l’Inter. Questo lo scenario almeno fino a domenica sera, quando dalla Georgia è arrivato un messaggio che ha aperto ufficialmente il caso Kvaratskhelia.

Napoli, troppo tardi

Con assoluta sintonia il papà del georgiano, Badri, e l’agente Mamuka Jugeli hanno manifestato “la volontà di Kvara di andare via da Napoli, ne parleremo dopo l’Europeo, se resta perde un anno perché il Napoli non si è qualificato per le coppe europee”. A stretto giro di tweet la replica del Napoli: “Il giocatore ha un contratto di altri tre anni con la società. Kvaratskhelia non è sul mercato. Non sono gli agenti o i padri che decidono del futuro di un calciatore sotto contratto con il Napoli ma la società Calcio Napoli. Fine della storia”. In realtà al di là dell’auspicio del Napoli, la storia sembra essere solo all’inizio. Oltre le schermaglie, parlano i dati: il Psg offre un quadriennale al giocatore da 7,5 milioni netti a stagione; il Napoli ha solo da poco (!) inviato una proposta di adeguamento del contratto a 4,5 milioni e prolungamento fino al 2028. Il tentativo di De Laurentiis di blindare la sua stella, di accontentare Conte che ha ovviamente chiesto espressamente la conferma del georgiano, è apprezzabile ma la nuova proposta contrattuale è stata formulata in ritardo, di almeno un anno. Un campione come Kvara subito dopo lo scudetto vinto con Spalletti in panchina andava blindato immediatamente. Kvara la scorsa stagione ha avuto un ingaggio di 1,5 milioni netti e in base al contratto attuale per la prossima gliene spetterebbero 1,8. È evidente che il Napoli non può competere di fronte allo strapotere economico del Psg, ma al tempo stesso si è quantomeno mosso tardi…

Ma le tutele?

 

Altra considerazione oggettiva: i contratti, al di là della durata, hanno ormai poco valore e la volontà dei giocatori ha acquisito un potere praticamente senza limiti.

Il Napoli potrebbe tenere controvoglia il georgiano a Napoli, ma ne varrebbe la pena?

L’annata di Osimhen, con in mente quello che aveva fatto la stagione precedente, non è stata esaltante.

Con Kvara si rischia di andare allo scontro e di averlo poco motivato, aspetto in completa antitesi con le idee di Conte.

Infine è giusto mettere in luce un’altra questione: è necessario da parte di Uefa e Fifa predisporre un meccanismo di difesa dei club e far sì che certe cifre possano essere pretese dai calciatori solo al raggiungimento di determinati obiettivi.

Altrimenti per i club di fascia media non ci sarà mai vera tutela ma solo l’essere indifesi rispetto alla volontà dei giocatori e alle società più ricche.

 

Fonte: Gazzetta

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