Per Euro 2024 oggi alle ore 18,00 si affronteranno Turchia e Georgia, una gara che avrà come protagonisti Yildiz e Kvaratskhelia, un pò come dire Juventus contro Napoli, come sottolinea La Gazzetta dello Sport.
“Giovani, scaltri, pericolosi. Turchia-Georgia racchiude un duello ad alta velocità e densità tecnica, il giovane turco Kenan Yildiz, bella promessa della Juve, contro il georgiano Khvicha Kvaratskhelia, campione d’Italia con il Napoli nel 2023, anche se Kvara ha fatto sapere di volersene andare. Yildiz contro Kvaratskhelia, qualcosa che ci riguarda.
Kenan Yildiz è un turco nato in Germania, da madre tedesca e padre della Turchia. Un ragazzo come tanti a Berlino e nelle altre città tedesche “turcofile”. Ha avuto un’educazione doppia, semi-turca in famiglia e tedesca a scuola. Ha organizzato il suo talento. La Juve lo ha scovato nelle giovanili del Bayern Monaco e se l’è portato via a parametro zero per la squadra B, la Next Gen. Impossibile non accorgersi di lui, ignorare la sua fisicità fantasiosa o la sua fantasia “fisicata”, il concetto è reversibile. Yildiz salta l’uomo con un mix di tecnica e potenza. “Strappa”, lascia il difensore sul posto, lo costringe ad arrancare. Parte largo o semi-largo a sinistra, punta chi gli sta davanti e si lancia nello slalom speciale e verticale, per chiuderlo con un tiro o con un assist. Nella Juve di Allegri è stato costretto a limitarsi per rispetto degli equilibri tattici, qualche volta si è ritrovato mezzala, a centrocampo, in territori lontani dalla porta, che è il suo focus. Ha tirato poco e servito un po’ di più, rispetto alle sue potenzialità: due reti e un assist, in 27 presenze nella Serie A 2023-24. Nella Turchia, in proporzione, ha fatto di più, un gol e due assist in 7 gare. Forse in nazionale è più libero di essere se stesso. Yildiz non ha ancora dispiegato tutta la sua arte, l’Europeo è un’occasione per mostrarsi in mondovisione. I compagni di Turchia lo chiamano il Trapano, per le sue verticalizzazioni. La Juve lavora per prolungargli fino al 2029 il contratto in scadenza nel 2027.
Kvaratskhelia è un dribblatore seriale. Il dribbling in velocità sulla fascia, pezzo forte di ogni ala che possa dirsi tale, lo definisce nella sua pienezza di calciatore. E i numeri concordano con le impressioni. Nelle qualificazioni a Euro 2024, compresi gli spareggi, nessun giocatore ha totalizzato più dribbling riusciti del georgiano: 44 in totale, per una media di 4,8 a partita. Kvara è stato il numero uno della specialità rispetto a qualsiasi altro giocatore che abbia assommato almeno 500 minuti nella competizione. Durante la sua prima stagione a Napoli, il campionato dello scudetto 2023, Kvaratskhelia aveva incantato per le sue cavalcate solitarie. In un calcio programmato e studiato a tavolino, con movimenti codificati, preordinati, forse imposti dall’intelligenza artificiale che gli analisti pallonari usano, il georgiano ci ha riportato al campetto dell’oratorio, agli “scartaggi” selvaggi in purezza oppure con l’aiuto del muretto. Kvaratskhelia viene dal calcio delle strade delle Georgia dove non si gioca come polli nelle batterie. Le scuole calcio e le accademie varie non insegnano l’arte dell’uno contro uno, gli istruttori si sono fissati con i passaggi e i posizionamenti. Quelli come Kvara se ne fregano, ricevono palla e se ne vanno, alla maniera delle ali di una volta, che avevano George Best come santo patrono. In una lettera al sito The Players, Kvaratskhelia ha raccontato le sue radici, ha spiegato qual è stata la sua palestra: “Da bambino, d’estate andavamo tutti i giorni a giocare a calcio per strada. Bambini ovunque. Facevamo piccoli tornei. C’erano quattro edifici. Al centro di questi palazzi c’era il nostro “stadio” e il campo era di cemento duro. Le ginocchia erano tutte rosse, insanguinate. E la gente ci osservava dalle case, sembravano tifosi veri”.