Taccola: “Ora Buongiorno deve spiccare il volo”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mirko Taccola, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Inter. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Lei ha trionfato nell’Europei Under 21 con l’Italia, nel 1992.
“Il primo Europeo dell’Under 21 azzurra. Ne seguirono altri due consecutivi”
Sembra esserci una grossa difficoltà nel passaggio tra le giovanili e il mondo calcistico dei grandi. Come se lo spiega? “Forse, manca un po’ di coraggio nell’aprirsi al giovane. Il risultato diventa sempre più determinante e questo coraggio viene a mancare. Si ha paura del risultato. Invece, bisognerebbe poter aprire a questi giovani. In Italia ci sono tanti giovani come Calafiori. Le società devono avere più apertura verso i nostri talenti”
Proprio Calafiori ha convinto molto contro l’Albania.
“Calafiori ha dimostrato di essere un calciatore pronto. Ha fatto un paio di errori negli ultimi due minuti, probabilmente, dovuti alla stanchezza. Spalletti ci punterà molto. Giocare con due centrali mancini non è mai semplice ma, se ha fatto questa scelta, è perché crede in questa coppia. Dal punto di vista tecnico, sono due difensori che consentono di impostare, anche di inserirsi. Hanno dimostrato anche di saper fare gol”
Alessandro Buongiorno rischierebbe di deludere le aspettative?
“Credo sia un giocatore di valore che deve spiccare il volo. Deve confrontarsi con una realtà più importante e Napoli, con Conte, potrebbe essere la soluzione giusta per lui in questo momento. Dopo annate di livello a Torino, è giunto il momento di misurarsi con pressioni più importanti e sbocciare definitivamente”
Nella difesa a tre del Napoli, potrebbe avere compiti di impostazione?
“Credo di sì. Nessuno ha più i difensori che buttano la palla davanti. Tutti costruiscono dal basso e i difensori devono essere preparati anche a questo. Sono un difensore degli anni ‘80 e ‘90 e, dunque, mi piace la difesa vecchio stile. Tuttavia, comprendo che, ad oggi, è necessario anche saper costruire”
A volte la si descrive come “distruzione dal basso”…
“Ci vuole un’idea e, pertanto, anche i giocatori per svilupparla. Si vedono dei disastri, spesso, nella costruzione da dietro. Probabilmente, ciò accade perché squadra e giocatori non sono pronti, non hanno le qualità per una costruzione. Ci vuole anche personalità. Ormai, le squadre ti vengono a prendere alta. Poi, è chiaro che, quando non si può, è necessario spazzare via la palla”
Quanto è stato bravo Spalletti, con pochissimi allenamenti a diposizione, a trasmetter ele sue idee di gioco agli Azzurri?
“Ora ci andrei piano. Secondo me, è la prima vera partita da squadra di Spalletti. I prossimi due turni ci daranno più nozioni. Mi sembra prematuro, ora, fare paragoni con il suo Napoli. È stata un’ottima partita, ma non reputo l’Albania un avversario di livello. Aspetto la gara contro la Spagna per dare giudizi più approfonditi. Sembra che abbiano assorbito i principi di gioco, ma non ancora del tutto. Luciano è ancora molto animato, richiama molto. Quando ciò avviene, vuol dire che non ci siamo con gli automatismi, e con la Spagna non puoi permettertelo”

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