“Quando tornerò sarà dura per tutti”. Alla scoperta del “Metodo Conte”

La carriera di Antonio Conte come allenatore inizia nel lontano 2006 alla guida dell’Arezzo dove resterà per un anno prima di iniziare un biennio con il Bari, con cui vincerà il campionato di Serie B, poi l’Atalanta nel 2009 e a seguire il Siena chiudono la cosiddetta “gavetta” e lanciano il tecnico a grandi livelli. La sua prima esperienza importante è il triennio con la Juventus 2011-2014, che lo vede vincitore di tre scudetti di fila e due Supercoppe italiane con una squadra da rifondare che veniva da due settimi posti. In ambito europeo guida il club torinese fino ai quarti di finale di Champions League nella stagione 2012-13 e in semifinale di Europa League nel 2013-14. Eliminato rispettivamente dal Bayern Monaco ( futuro vincitore dell’edizione ) e dal Benfica. 

L’anno migliore con i bianconeri fu il 2013-14 con 33 vittorie su 38 gare di campionato e lo storico record dei 102 punti. Dal 2014 al 2016 fu Ct della Nazionale italiana e sfiorò l’accesso alle semifinali di Euro 2016 dopo una grande cavalcata interrotta dalla Germania ai rigori nei quarti di finale. L’esperienza successiva fu in Premier al Chelsea, Conte insieme a Klopp è l’unico tecnico ad aver vinto la Premier League da quando è iniziata l’egemonia di Guardiola con il suo Manchester City.

Dal 2016 ad oggi, negli ultimi 8 anni, il campionato inglese è stato vinto dal Chelsea ( quota 93 punti, 30 vittorie su 38 gare ), dal Liverpool di Jurgen Klopp nel 2019-20 e per ben 6 volte dai citizens. L’avventura ai Blues, nonostante la vittoria della FA Cup al secondo anno di militanza, non terminò però nel migliore dei modi, chiude il campionato al quinto posto e viene esonerato dal club inglese nel 2018. Dopo un anno sabbatico torna in Serie A alla guida dell’Inter dove ci resterà per due stagioni, ottenendo un secondo posto, uno scudetto e una finale persa contro il Siviglia di Europa League. Lascia il club nerazzurro a seguito di divergenze sui piani futuri con la società.

A chiudere, il mini ciclo poco fortunato al Tottenham durato meno di due stagioni, 2021-23, in cui riuscì comunque a trascinare gli “Spurs” al quarto posto al primo anno. Questi risultati lo portano ad essere l’allenatore con la media punti più alta di sempre nella storia della Serie A. Ora, dopo un periodo sabbatico, per Conte arriva forse la sfida più affascinante, che si chiama Napoli. Scelta migliore, per entrambe le parti, non poteva esserci. Un connubio che può rivelarsi esplosivo e vincente.

Conte rappresenta una garanzia ed è il Top assoluto in questo momento, con la sua grinta e fame di vittoria potrebbe velocizzare il processo di ritorno alla competitività. Il mix esplosivo con il calore del Maradona sarà intrigante.

Conte vuol dire disciplina, sacrificio, sudore, rifiuto della sconfitta, cultura del lavoro, meticolosità e allenamenti intensi. Ma non è solo leader in campo, bensì anche un personaggio fortemente mediatico al di fuori, dove ha sempre preteso rispetto dalla stampa e dai giornalisti, a fronte di illazioni e provocazioni varie. Un allenatore importante che trasmette mentalità vincente ai suoi giocatori fin dal primo giorno di ritiro, e anche molto preparato dal punto di visto tattico.

A cura di Simone Di Maro

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