La battaglia legale per il Pallone d’Oro di Maradona è già finita. Il tribunale di Nanterre, in Francia, ha stabilito che l’asta per il trofeo consegnato a Diego dopo la Coppa del Mondo del 1986 può andare avanti come previsto nonostante l’opposizione dei suoi eredi. Ne ha dato comunicazione anche il loro avvocato all’Associated Press. Gli eredi di Maradona hanno cercato di fermare l’asta del Pallone d’Oro ricevuto come miglior giocatore dei Mondiali del 1986 avviando un procedimento giudiziario d’urgenza.L’avvocato Gilles Moreu ha dichiarato all’AP che la sentenza della corte «non è stata però favorevole agli eredi di Diego Maradona». Il trofeo, quindi sarà quindi messo all’asta giovedì prossimo a Parigi dalla casa d’aste Aguttes come previsto già nelle scorse settimane. L’avvocato Gilles Moureu però non molla e ha confermato «che proveranno a far saltare l’asta fino al 6 giugno con ogni ricorso possibile, ma adesso siamo sia sorpresi che rattirstati».
Lo avevano dato per fuso, eclissato e convertito in lingotti. Invece, dopo 35 anni, il “Pallone d’oro” di Diego Maradona è ricomparso. A Parigi, ritrovato in circostanze rocambolesche e finito in Francia dopo una serie di giri, successivi alla rapina nel caveau della Banca della Provincia di Napoli il 26 ottobre 1989 ad opera di otto membri del clan di Giuseppe Misso durante una rapina nella banca che custodiva i beni del Pibe de Oro. Ritrovato per caso nel 2016 da un ex gallerista franco algerino, per poi riemergere solo di recente.
Gli eredi di Maradona sostengono che il trofeo sia stato rubato e che l’attuale proprietario non aveva il diritto di metterlo all’asta. Aguttes ha replicato però che il trofeo è riapparso nel 2016 tra gli altri lotti acquistati da una collezione privata all’asta a Parigi. L’avvocato Moreu ha detto che il presidente del tribunale di Nanterre, alle porte di Parigi, ha ritenuto che l’attuale proprietario del trofeo, identificato in un tale Mr. Benchaieb «dovrebbe essere considerato in buona fede». La casa d’aste Aguttes ha sempre affermato che quando ha acquistato il trofeo anni fa non era a conoscenza che fosse stato rubato. Per partecipare all’asta ci sarà bisogno di un deposito di 150 mila dollari. Aguttes è certo che il trofeo verrà venduto «a milioni di euro grazie alla sua unicità». Ma prima la «Aguttes» si è cautelata anche dai rischi di un’accusa di ricettazione. Attraverso ricerche in rete, l’attuale proprietario si è reso conto che il Pallone d’oro venne rubato a Napoli. E ha voluto coprirsi le spalle con un legale. L’avvocato francese Marine Le Bihan gli ha messo per iscritto che, in Francia, chi acquista in buona fede un oggetto rubato non può essere perseguito per ricettazione trascorsi 3 anni dalla compravendita. In Italia, la prescrizione per ricettazione Niente da fare per gli eredi di Maradona che sono usciti sconfitti dalla battaglia legale, ma a questo punto non si arrendono. Dopo la notizia di inizio maggio della possibilità dell’asta del trofeo, infatti, i figli di Diego si erano messi subito all’opera per cercare di rientrare in possesso del Pallone d’Oro. Questa che arriva dalla Francia, però, è solo una delle ultime notizie di una saga che sembra destinata a certo a non concludersi così.
Fonte: Il Mattino