K hvicha Kvaratskhelia è incedibile. Il Napoli – ufficiosamente detto il Napoli di Conte – lo ha dichiarato in maniera ferma e decisa: il Psg è in pressing, ha già l’accordo con il giocatore e ha pure confezionato un’offerta da 100 milioni di euro per lui, ma il club azzurro non ha alcuna intenzione di cederlo a meno che la super offerta di Al-Khelaifi non si trasformerà in una proposta indecente, shock, da 150 milioni o magari anche superiore. Il quadro societario è questo, sfumature più o meno intense, e il pennello, cioè l’indicazione arriva direttamente da Antonio Conte, l’uomo della rifondazione in attesa di ufficializzazione: i legali sono al lavoro, siamo alla lettura dei contratti e dunque alle battute finali di una maratona burocratica che potrebbe concludersi nel fine settimana e portare alle firme già lunedì, ma nel frattempo la linea tecnica comincia a venire fuori prepotente. E la nuova squadra non prescinderà da Kvara: è una delle certezze di Conte. E neanche l’unica: ricostruzione non significherà rivoluzione, la rosa è ritenura valida, competitiva e di talento, e del resto un anno fa era pur sempre identificata come quella dello scudetto. Certo, bisognerà ritoccarla per far fronte agli addii già ceritificati (vedi Zielinski) o alle cessioni che verranno, che ci saranno, ma esiste uno scheletro imprescindibile che parte da Kvara e continua con Rrahmani, Lobotka, Anguissa, Raspadori, Politano, Meret. E Di Lorenzo, un capitolo a parte: Conte lo ritiene incedibile, ma lui ritiene conclusa l’avventura. E la Juve è in agguato: situazione intricata, ma il tecnico lo marcherà esattamente come faceva da giocatore con gli avversari. Strettissimo.
LA TORRE. Il primo capitolo, dicevamo, è in lingua georgiana: il Napoli ha dichiarato incedibile Kvaratskhelia coniugando la voglia di rinnovare (e ritoccare) il suo contratto in scadenza nel 2027, con le esigenze del prossimo allenatore. Con Osimhen in partenza, situazione preannunciata da De Laurentiis in persona già a gennaio e dunque metabolizzata dall’ambiente, la posizione del gemello è ancora più forte. A dispetto della corte del Psg, charmant per Kvara e il suo entourage ma mica irresistibile per Adl e il ds Manna: non si vende, storia chiarissima al netto delle vertigini di cui Khvicha, talento di 23 anni pronto a varcare la soglia del primo Europeo della carriera e della storia della sua giovane nazionale, potrebbe anche soffrire guardando l’orizzonte in cima alla Torre Eiffel.
Fonte: CdS