Non si è inceppato nulla. Anzi, i nodi più pericolosi si sono sciolti perché il Napoli ha accettato la clausola liberatoria di Conte e Conte quella che voleva imporre De Laurentiis: ovvero, a fine della prima stagione ognuno potrà liberarsi dell’altro senza penali, senza sanzioni e senza limitazioni. Ma c’è ancora qualcosa, questioni marginali o, come si dice in questi casi, i canonici dettagli, per arrivare al closing: il Conte-day si avvicina ma De Laurentiis pare non avere fretta. Da Ibiza torna in queste ore, ha tenuto da lì una serie di vertici con l’ad Chiavelli, Conte, Manna (a proposito, da ieri è ufficialmente il nuovo responsabile dell’area sportiva del club dove è stato confermato Maurizio Micheli come capo dello scouting) e i vari avvocati. Ha chiesto ai collaboratori del tecnico leccese di mantenere una maggiore riservatezza nella trattativa, è sicuro che le fughe di notizie sull’accordo imminente arrivino tutte da quel lato lì. I dubbi si stanno affievolendo anche perché nelle ultime ore è arrivato la limatura di uno degli ultimi punti da definire: le liberatorie, come scrive oggi Il Mattino.
Ha iniziato Aurelio De Laurentiis: ha accettato il maxi-ingaggio da 20 milioni lordi a stagione (la base è quella triennale) e i cinque collaboratori ma ha chiesto a Conte una scappatoia, una via di fuga: in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions, il Napoli vuole avere la possibilità di rescindere il contratto. Perché, ovvio, una stagione senza proventi dell’Uefa può essere ammortizzata dalla liquidità accumulata negli anni dalla straordinaria gestione del club, ma certamente non due stagioni consecutive. Sarebbe una iattura finanziaria. Da qui la richiesta: se il Napoli non va in Champions, l’avventura di Conte terminerebbe alla fine della prima stagione. Senza buonuscita o altro. Antonio Conte ha accettato. O sta sul punto di farlo. Ma anche lui ha preteso una clausola assai simile: al di là del piazzamento, vuole una exit-strategy che lo tenga libero alla fine del primo anno napoletano di tirare le somme della sua esperienza in azzurro. Sa bene che De Laurentiis ha un carattere complicato e sa che anche il suo non è semplice. Dunque: anche per Conte c’è una liberatoria che va a prescindere dal rendimento. Per qualsiasi ragione, insomma, entro aprile, potrà chiedere al Napoli di essere liberato. Senza trattative, senza versare penali, senza perdere un euro. Basterà una comunicazione. Il caso Spalletti incombe nell’affare. In pratica, più che un triennale, è un contratto annuale rinnovabile alla fine della stagione 2024/25 per altre due stagioni. Almeno, sono questi gli aspetti della trattativa che sono a un passo dall’essere definiti negli ultimi giorni.