I l primo mattone della rifondazione del palazzo azzurro ha le sembianze di un manager giovane e brillante, giacche sartoriali e attitudini forgiate in un ambiente dove arrivare secondi non è malaccio ma vincere è l’unica cosa che conta: Giovanni Manna, 36 anni da brindare il 29 luglio nel ritiro di Castel di Sangro, un giorno dopo la prima amichevole internazionale che la squadra giocherà con i turchi dell’Adana Demirspor, sarà molto presto il nuovo responsabile dell’area sportiva con tutti i crismi. Lo è già in pectore, certo, De Laurentiis lo ha scelto da un bel po’, ma questi sono i suoi giorni: manca poco all’investitura ufficiale, pochissimo. Diciamo che potrebbe anche arrivare all’inizio della settimana che porterà alla chiusura di una stagione paradossale, ai limiti dell’assurdo per tutto quello a cui lo scudetto cucito sulle maglie dopo 33 anni, ma già scucito e spedito a Milano, ha dovuto assistere. È il passato. Varrà da insegnamento. Ora c’è da ricostruire, sforbiciare, entrare duro da mediano e rifinire da fantasista.
CI SIAMO. E allora, Manna sul Napoli. In arrivo, dietro l’angolo, dopo aver chiuso l’esperienza alla Juve. Giovedì, in occasione della presentazione dei ritiri precampionato a Dimaro e Castel di Sangro, Adl era stato chiarissimo in merito: «La notizia che è circolata da tempo è che ci sarà sicuramente un nuovo direttore sportivo: quindi dovrebbe, speriamo, palesarsi al più presto in modo da poter agire sia in entrata sia in uscita». Appunto: ecco perché i prossimi passeranno alla storia del club come i giorni di Manna. Il nuovo capo delle operazioni di mercato ma anche l’ingegnere che dovrà costruire un ponte tra l’ambiente squadra e l’area societaria. Uno solido che sostituisca quello tibetano di questi mesi. La campagna acquisti e cessioni, come ha detto il presidente, sarà diretta da un nuovo manager che dovrà cancellare tutti gli errori collezionati nelle ultime due sessioni, restituendo forza e alternative a una squadra svuotata e sorpresa in contropiede. Fonte: CdS