La Juve rinuncia al procedimento per giusta causa, ma dall’altra parte Allegri ridimensiona le pretese economiche accontentandosi solo di una parte dello stipendio dovuto fino al 2025. Più facile a dirsi, vista la freddezza con cui si è consumata la separazione tra le scenate dello stadio Olimpico di Roma e la riunione di ieri pomeriggio alla Continassa, ma entro al massimo 5 giorni conosceremo i prossimi step della delicata questione.
Nelle 10 righe scarse di comunicato ufficiale attraverso il quale la Juventus solleva dall’incarico Max Allegri si fa un chiaro e voluto riferimento a «taluni comportamenti tenuti durante e dopo la finale di Coppa Italia che la società ha ritenuto non compatibili con i valori della Juventus e con il comportamento che deve tenere chi la rappresenta». Il motivo è piuttosto evidente, attraverso una contestazione disciplinare nei confronti di Massimiliano Allegri la società tiene aperte le porte del licenziamento per giusta causa, soluzione allo studio del pool legale bianconero da qualche giorno. Mentre gli avvocati dell’ex allenatore avranno cinque giorni di tempo per delineare la difesa e le loro motivazioni.
Pare tutto pronto per una battaglia legale che potrebbe trascinarsi per mesi, anche perché ballano parecchi milioni. Allegri infatti è legato alla Juventus con uno stipendio da poco più di 7 milioni a stagione, che percepirà fino a giugno 2025, visto l’esonero. Nel caso in cui invece vengano riconosciuti i termini del licenziamento per giusta causa la Juve non dovrà più riconoscere l’ingaggio al tecnico, come nell’eventualità in cui dovesse accordarsi con una nuova squadra, e al momento non si può escludere un possibile ritorno di fiamma dall’Arabia Saudita, dopo l’offerta monstre rifiutata meno di un anno fa. L’ultima possibilità è quella che rischia di accontentare entrambe le parti: una transazione per chiudere la disputa al più presto e senza strascichi legali.