MIRACOLO D’ORO – Dopo 35 anni ritrovato in Francia il Pallone vinto da Diego per il Mondiale ‘86

Lo avevano dato per fuso, eclissato e convertito in lingotti. Invece, dopo 35 anni, il “Pallone d’oro” di Diego Maradona è ricomparso. Si trova a Parigi, ritrovato in circostanze rocambolesche e finito in Francia dopo una serie di giri, successivi alla rocambolesca rapina nel caveau della Banca della Provincia di Napoli il 26 ottobre 1989. Il 6 giugno prossimo, il prezioso oggetto, consegnato a Maradona al Lido Club 78 di Parigi come migliore calciatore dei Mondiali di calcio del 1986, sarà messo all’asta dalla casa “Aguttes” che ha sede in Avenue Charles de Gaulle del comune di Neuilly-sur-Seine a nord ovest di Parigi. Per ora ne è in possesso un misterioso franco-algerino 58enne ex gioielliere che attualmente fa il gallerista e si è rivolto per la vendita proprio alla casa “Aguttes”. Abdelhamid B. raggiunto dal giornalista di France Football, Theo Troude, ha spiegato: «Per la mia attività, ho rapporti con una casa d’aste all’Hotel Drouot. Gli scarti di questa casa d’aste sono venduti dalla casa d’aste Tessier & Sarrou. Lì ho trovato spesso molte buone occasioni».La fortunata scoperta è del 28 gennaio del 2016, quel giorno nella sua sede di Drouot Montmartre la Tessier & Sarrou vendeva decine di casse con oggetti di diverso tipo e di varia provenienza. Le casse erano negli uffici di Drouot, in attesa di compratori. Tra i clienti in cerca dell’affare, anche il gallerista franco-algerino abituale frequentatore di quelle vendite. Spesso ha trovato oggetti, rivenduti assai bene. Ha fatto buoni affari, a poco prezzo. Così quel giorno, rovistando, il gallerista franco-algerino riuscì a trovare in occasione un metal detector dell’esercito, una trentina di fucili e scudi tibetani. Ma non era finita. Fu attirato da una cassa con almeno 150 trofei sportivi. Molti erano vera e propria paccottiglia. Roba di plastica e finto marmo. Senza perdere tempo, il franco-algerino raggruppò alcuni di quegli oggetti che avrebbe potuto rivendere. Li pagò, fattura alla mano, poche centinaia di euro. Con il fratello mise tutto nella sua auto. Tra gli oggetti, c’era una Scarpa d’oro. Era quella persa da Marco Van Basten, premiato nella stessa cerimonia di Parigi di Maradona. Sarà messa all’asta dalla casa “Aguttes”, ma in un giorno diverso dall’asta per il pallone di Maradona.

La scoperta

Il franco-algerino ha raccontato la sua scoperta, sempre a France Football: «Tra gli oggetti comprati, c’era anche quel pallone d’oro. Ci ho messo un anno e mezzo per capire che non era un premio di pallamano, ho fatto ricerche su Internet. Ero convinto fosse il premio consegnato a Johan Cruyff come miglior calciatore dei Mondiali nel 1974». Poi iniziarono sette anni di peregrinazioni, verifiche, false piste. Abdelhamid si rivolse a un esperto di oggetti sportivi. Gli arrivò la prima conferma: si trattava di un trofeo appartenuto a un atleta, ma di scarso valore. Il gallerista sentiva puzza di raggiro, decise di rivolgersi all’Adidas in Francia e Germania. Nessuno gli rispondeva. Non si arrese. Scrisse alla Fifa. Racconta: «Mi risposero che Maradona non aveva mai vinto il Pallone d’oro. Ma nemmeno la casa d’aste Tessier & Sarrou sapeva aiutarmi, non vollero dirmi come avevano avuto quell’oggetto». Poi ricerche indirette, verificando i Palloni d’oro ricevuti da altri calciatori, per vederne la rassomiglianza, come quello dato a Schillaci nel 1990. Capì, intuì, che aveva messo le mani proprio sul Pallone d’oro consegnato a Maradona nel 1986. Pensò di contattare Diego, il suo idolo, ma di tentativo in tentativo erano passati quattro anni da quel suo fortunoso acquisto. Era arrivato al 2020, l’anno della morte di Maradona. Racconta ancora Abdelhamid: «Volevo venderglielo a prezzo non elevato, un suo segretario mi dirottò da un avvocato di Londra. Diego morì poco dopo. Lo misi su eBay a 120mila euro, ma né l’Adidas né persone dell’entourage di Maradona si fecero vivi. Mi sentii libero da ogni obbligo morale verso Diego morto e, nel settembre del 2023, mi rivolsi alla casa d’aste Aguttes».

 

L’origine

Era il 13 novembre 1986, quando Maradona ricevette il Pallone d’oro al Lido Club 78 di Parigi. Con volo speciale da Napoli, arrivò in Francia in compagnia della moglie Claudia. Serata speciale, premio per migliore calciatore dei Mondiali vinti quell’anno dall’Argentina, su indicazione di 920 giornalisti internazionali. Sponsor della manifestazione l’Adidas, promotrice la rivista France Football. Commentò Maradona alla moglie: «Se un giorno non avessimo da mangiare, sapremo che cosa vendere». Quel pallone lo mise al sicuro nel caveau dell’agenzia B della Banca della Provincia di Napoli in via Duomo. Ma il 26 ottobre 1989 il clamoroso colpo di uomini del clan camorristico di Giuseppe Misso specializzato in rapine miliardarie. Tra le cassette depredate anche quelle numero 71 e 404 di Diego e Claudia Villafane. Pallone addio, Maradona tentò di recuperarlo attraverso contatti con esponenti del clan Lo Russo. Inutilmente. Nel 2022, il pentito Michelangelo Mazza dichiarò: «Era un oggetto scomodo, lo fondemmo subito». Ma evidentemente non fu così. Il nuovo proprietario si è cautelato con un avvocato, per eventuali accuse di ricettazione. Poi, con la casa d’asta, ha disposto una perizia in 3D affidata alla società specializzata dTwin partendo da comparazioni tecniche con foto dell’epoca. Il 2 aprile scorso, il verdetto: quello di Abdelhamid è lo stesso Pallone d’oro alzato da Diego a Parigi nel 1986. Tra 22 giorni, l’asta a Parigi. Base di partenza? «Potrebbe valere tra i 12 e i 15 milioni di euro» azzardano alla “Aguttes”. Si vedrà.

 

Fonte: Il Mattino

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