Cds Campania – “COLPO DI SFORTUNA”. Stavolta la squadra di Calzona è veloce ed efficace

Napoli torna ma trova Svilar

 

Stavolta la squadra di Calzona è veloce ed efficace

 

La Roma soffre, viene salvata dal portiere serbo poi va in vantaggio con un rigore di Dybala Ribaltone Olivera-Osimhen, il pari è di Abraham

 

L’orgoglio degli azzurri mette alle corde i giallorossi avvicinati dall’Atalanta. De Rossi ringrazia anche il centravanti inglese

L orgoglio tumultuoso del Napoli, la tenacia lucida della Roma. Ne è uscita una partita pazza, con un pareggio illogico che non entusiasma nessuno ma tiene aperti i rispettivi obiettivi europei. Calzona può essere molto più dispiaciuto rispetto a De Rossi, non solo perché il 2-2 è arrivato a tempo scaduto su un calcio piazzato interpretato male. Ma anche perché il Napoli è stato a lungo superiore, mulinando occasioni che la bravura di Svilar e i centimetri di imprecisione hanno vanificato. Evidentemente non gira e non da ieri. La Roma invece, stanca per i tanti impegni in serie e magari distratta dall’imminente semifinale contro il Bayer Leverkusen, ha ottenuto il massimo da una brutta domenica: questo è un punto guadagnato, anche se Atalanta e Lazio si avvicinano in classifica. Capita.

 

LA SCOSSA. Capita anche perché, quando non lo aspettava più nessuno, si è rivisto un grande Napoli: veloce, aggressivo, propositivo. Forse De Rossi è rimasto sorpreso da una squadra così determinata e vogliosa. Sta di fatto che la Roma, dopo un inizio discreto, non riusciva a infilare due passaggi di fila. Ha avvertito molto la mancanza di Paredes, capace di dare qualità davanti alla difesa: Cristante, coinvolto spesso nel fraseggio, non ha le stesse caratteristiche per operare da play. E quando la palla finiva a Politano, a Kvara o ad Osimhen in profondità, la fase difensiva era poco efficace, nonostante la doppia linea e il 4-4-2 che mirava a coprire le fasce con Bove in appoggio su Kristensen, al rientro dopo due mesi, ed El Shaarawy a sostenere Spinazzola. N’Dicka, tornato in tempo record, è stato a tratti travolto da Osimhen, che aveva sfidato con profitto nella finale di Coppa d’Africa.

 

DOMINIO. Nel primo tempo, il migliore dell’era Calzona, il Napoli ha costruito almeno 5 palle gol nitide calciando 11 volte dentro all’area di rigore romanista (sarebbero state 20 alla fine). E in altri casi non ha concretizzato una situazione di superiorità numerica sbagliando l’ultimo passaggio. Come abbia fatto a non segnare, in particolare con Anguissa lanciato in porta da Osimhen, è misterioso quanto tutta la stagione post-scudetto. Buon per la Roma che, a parte il solito Svilar e qualche idea di Spinazzola, aveva molte cose da rimproverarsi all’intervallo. Comunque lo stadio Maradona, semivuoto e silente, ha applaudito timidamente la squadra in mezzo alla contestazione: non poteva che riconoscerle un atteggiamento diverso da Empoli.

LA FOLLIA. Ma siccome il calcio non è una scienza esatta, a portarsi avanti con il lavoro è stata la Roma, che ha approfittato di un momento di break concesso dall’avversario nella ripresa. Il rigore molto casuale, trasformato da Dybala alla prima “mascherata” nel tempio di Diego, è stato generato da un intervento maldestro dell’ex Juan Jesus su Azmoun, invisibile per lunghi tratti quanto scaltro nella circostanza. E qui De Rossi, consapevole di una grazia piovuta chissà come, ha ritenuto giusto coprirsi, con Angeliño al posto di El Shaarawy e una squadra molto vicina al 5-3-2. Non ha funzionato però. Specialmente per merito del Napoli che ha continuato a martellare senza tregua da ogni fronte. Eppure Svilar, il migliore per distacco nella partita, forse non si sarebbe mai inchinato se non fosse stato impallinato dal fuoco amico. Prima una sciocca palla persa da Mancini, in evidente difficoltà fisica, ha consentito a Olivera di mirare su Kristensen, che ha alzato la parabola letale. Poi l’incomprensibile entrata di Renato Sanches (De Rossi, perché riproporlo?) su Kvara che il Var ha segnalato a Sozza ha regalato il rigore del 2-1 a Osimhen. Finita? Sembrava, ma con la Roma sui calci d’angolo devi sempre stare in guardia. Calzona ha riempito l’area aggiungendo Ostigard proprio prima del cross di Dybala ottenendo l’effetto di disorientare il Napoli. Abraham, subentrato ad Azmoun, ha attaccato la linea del fuorigioco, sfruttato la torre di N’Dicka e segnato di testa dopo un anno esatto di attesa. L’uomo più felice nel caos è proprio lui.   Fonte: Cds

 

 

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