“Quest’anno sembra che chiunque entri nello spogliatoio, manca una personalità forte”, il pensiero dell’ex Napoli

Le parole di Montervino
Francesco Montervino, attuale direttore sportivo del Casarano, ha parlato a Radio Marte nel corso di Forza Napoli Sempre: “Se il Napoli cambiasse registro nelle prossime 5 partite almeno una speranza di arrivare in Europa ce l’avrebbe, ma da quanto tempo stiamo facendo questo discorso? Troppo, il che vuol dire che l’iter di questa squadra è chiaramente quello. Certo, se pensi che ogni volta che il Napoli ha perso o pareggiato le concorrenti hanno fatto peggio, ti viene l’amaro in bocca e potresti pensare ancora ad un miracolo. È vero che i miracoli esistono però oggi pensare con ottimismo a quello che potrebbe essere il futuro prossimo del Napoli non mi viene. Il dg Marino era un gestore straordinario. Non ti nascondo che con lui ho avuto un ottimo rapporto ma anche parecchi scontri. Così come non ti nascondo che nella mia carriera di giovane direttore lo porto ad esempio, portandomi dietro tantissimi suoi insegnamenti. Nella gestione del gruppo, dello spogliatoio, dello staff tecnico secondo me è sempre stato straordinario ed aveva un’ottima competenza tecnica. La sua qualità che però gli riconosco è proprio quella di saper gestire l’ambiente, la stampa, il presidente, lo staff tecnico, i calciatori, le problematiche, le dinamiche familiari. In tutto questo Pier Paolo Marino è uno dei migliori. Forse a Napoli non è più arrivato un direttore così perché la società avrà pensato che non gli servisse più una persona che sapesse gestire, ma persone che avessero una competenza soprattutto tecnica. La scelta del club, quindi, ricade sui giovani, come per l’appunto Manna o in passato lo stesso Giuntoli, perché, forse, De Laurentiis con le persone a lui più vicine pensano che nella gestione e nel tenere tutto l’ambiente loro ormai siano capaci e possono farlo senza l’intervento forte di un direttore. Avere un allenatore di personalità e carattere forte aiuta perché il calciatore si sente protetto, difeso. Soprattutto con una proprietà forte come quella di De Laurentiis. La sensazione che io ho avuto quest’anno è che i calciatori non avevano questo filtro e nello spogliatoio entrava chiunque. Secondo me negli ultimi anni gli allenatori tendono a valere di più dei calciatori in una squadra, anche il 30% che è destinato a crescere tantissimo. Perché oggi la qualità dei calciatori non è come quella di 20 anni fa. Crescono, invece, le competenze degli allenatori rispetto al passato. Oggi tutti gli allenatori sono preparatissimi, tutti studiano. Per quanto riguarda i ds, oggi in tanti sanno vedere il calciatore, sanno capire dinamiche, sanno capacità coordinative di un giocatore, capire come può essere messo in un contesto tecnico tattico. Ma poi nella gestione dello spogliatoio quanti hanno la capacità di farlo? Ecco secondo me questo fa la differenza tra i direttori. Per i giocatori non è facile avere un confronto con i tifosi subito dopo una prestazione scialba. A me è capitato. Io mi sarei aspettato, dopo la partita di Empoli, un atteggiamento visivo meno rassegnato. Ma questo o ce l’hai oppure no. Quando è capitato a me e mi hanno contestato la mia faccia è sempre stata molto rigida, incazzata; anche perché a me non piace essere criticato, anche quando sbaglio perché ci metto sempre anima e cuore. Il problema dell’atteggiamento dei calciatori del Napoli, di quella rassegnazione, sta nel fatto che hanno accettato la critica come se si sentissero veramente nell’errore di non aver dato neanche il massimo come cuore e pancia. Però io sono vicino ai giocatori del Napoli perché affrontare una contestazione così non è facile per niente ed avere un atteggiamento giusto diventa anche difficile da capire“.
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