Monza-Napoli: una pioggia d’agosto di 15 minuti del tutto estemporanea

Quanto valgono davvero i 15 minuti del Napoli a Monza?

Una pioggia d’agosto: a cercare una metafora per descrivere i folli 15 minuti del Napoli contro il Monza all’U-Power Stadium forse questa sarebbe la più adatta. Dal 54′ al 68′ i partenopei segnano 4 gol, di cui 3 bellissimi per tecnica e gesto atletico, ne subiscono uno di uguale bellezza e poi rimettono tutto in ordine con il più classico dei gol da rapace d’area di Raspadori. Ma quanto valgono davvero quei 15 minuti?

QUIETO ANDAZZO – Al di là di quel quarto d’ora che i puristi del calcio potrebbero paragonare, per ferocia ed efficacia, al temibile “quarto d’ora granata” del Grande Torino, cosa lasciano davvero nella stagione del Napoli questi 15 minuti? La sensazione di poter fare di più? Personalmente, lasciano il senso di un estemporaneo lasso di tempo dove quello che è successo è frutto quasi di un caso, proprio come la partita contro il Sassuolo, replicata in piccolo contro il Monza: una pioggia estiva breve, che spazza tutto quel che vede, poi, così come è arrivata, si acquieta e lascia interdetti gli esseri umani. Dopo quei 15 minuti il Monza sembrava spaventato, quasi intimorito, come se non volesse provocare il Napoli per paura della sua reazione. 15 minuti di partita per portare a casa tre punti, poi un andamento lento, conforme con lo psicodramma della stagione.

CHI HA BISOGNO DI QUESTI 15 MINUTI?Osimhen, Politano, Zielinski, Raspadori: fatta eccezione per l’esterno italiano, forse uno dei pochi positivi in questa stagione, tutti gli altri sono stati oggetto di critiche, talvolta feroci e alquanto esagerate. Forse quei 15 minuti hanno un valore vero solo per loro, come di rinascita o rivalsa verso una tifoseria che troppo in fretta li ha resi capro espiatorio di una stagione da incubo e psicanalisi immediata. Al Napoli questo quarto d’ora di fuoco non serve a nulla, a meno che un’improvvisa continuità regali agli azzurri la capacità di rimettersi in gioco in un’improbabile corsa Champions. 15 minuti per farli innamorare di nuovo (i tifosi), ma, come cantava Califano, tutto il resto è noia.

di Simona Ianuale

 

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