Il successo di Monza conferma che gli azzurri vivono di fiammate. Annata da chiudere con dignità

Se alla fine del primo tempo mi avessero detto che il Napoli nella ripresa avrebbe ribaltato il punteggio – a tratti convincendo – avrei reagito con una grassa quanto amara risata.

La prima parte di gara è stata evanescente, brutta copia della débâcle interna contro l’Atalanta ed immaginare una reazione d’orgoglio degli azzurri è parso esercizio assai complesso. A questo aggiungiamo l’approccio del Monza, ordinato e pronto a colpire in velocità come nell’occasione del gol di Djuric, al primo centro con i brianzoli ma al secondo contro il Napoli in questa stagione dopo quello con la maglia del Verona lo scorso ottobre. Azzurri per la verità anche sfortunati: il contatto in area fra Zerbin e Ngonge avrebbe meritato miglior valutazione da un fischietto esperto qual è Doveri, più di quello successivo fra Di Gregorio e Osimhen (nel quale l’estremo difensore di casa prende il pallone un attimo prima di travolgere il nigeriano).

La ripresa ha visto ovviamente un altro Napoli, e c’è da rammaricarsi non poco se si pensa a dove ci si troverebbe ora se l’intensità e la concentrazione viste nell’arco di un quarto d’ora fossero emerse regolarmente finora. L’ingresso di Politano al posto di un volenteroso ma inconcludente Ngonge è la svolta della gara: in cinque minuti vanno a segno Osimhen – che vola in cielo e impatta al suolo in maniera quasi rovinosa – lo stesso esterno con una staffilata potentissima e Zielinski in egual misura.

Bastano tre gol in pochissimo a risolvere una giornata iniziata male? Non proprio, se nel momento in cui il gioco riparte la difesa è ancora alta. Ne approfitta Birindelli che serve Colpani, il quale lascia sul posto un incerto Juan Jesus e non dà scampo a Meret. A distanza di nove mesi, l’assenza di un perno difensivo alla Kim si fa ancora maledettamente sentire.

A blindare definitivamente una partita fattasi vibrante col passare dei minuti, ci pensa per il Napoli un altro subentrato: al primo pallone toccato Jack Raspadori ribadisce in rete un destro di Di Lorenzo frenato parzialmente da Di Gregorio. I minuti finali sono puramente accademici: il Monza non ne ha più per rimescolare ancora le carte, gli azzurri si limitano a controllare e a non forzare troppo i ritmi. A dividere i partenopei da una stagione al di sotto delle aspettative, sette gare da affrontare cercando di ottenere il massimo.

 

Riccardo Cerino

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