Santiago Gimenez è nato a Buenos Aires ma veste la maglia del Tricolor perché è figlio d’arte ma anche del destino. Papà Christian, ex Boca Juniors, si trasferì al Veracruz quando lui aveva tre anni, così l’Argentina è rimasta sui documenti e nel cuore mentre il Messico è tatuato anche sulla pelle. È stata una scelta spontanea, di riflesso, come quella dell’angolo che si restringe quando i portieri provano ad anticiparlo in uscita. Ne ha segnati diversi di gol così il bomber del Feyenoord entrato nel mirino del Napoli per la prossima estate.
CRESCITA. Cresciuto nel Cruz Azul, si è trasferito in Olanda due anni fa, è stato pagato 6 milioni, in campionato segna un gol ogni cento minuti e vive ogni istante di ogni singola partita col sorriso ricordandosi del rischio corso quando nel 2018 per una trombosi alla vena della clavicola ha rischiato di dire addio al calcio. Così gli sussurravano i medici. Il tempo ha detto altro. Gimenez segna, prega, sorride e ripensa ogni tanto alla sua Argentina quando il cielo di giorno gli ricorda i colori dell’albiceleste. Messico e nuvole.
BEBOTE. Il repertorio di Gimenez è vasto e c’è di tutto, dal suo sinistro al destro, dal colpo di testa ai tiri dalla distanza. Un mix di talento e astuzia, come i centravanti d’un tempo ma anche moderni, racchiusi nel calcio del messicano, classe 2001, 47 gol in 82 partite con la maglia del Feyenoord, 24 quest’anno e chissà quanti in futuro altrove, quando arriverà il momento di ripetersi in altri contesti. Ha un altro destino segnato, Bebote, il bambinone, come lo chiamavano da piccolo per la sua stazza già notevole. Stavolta se l’è costruito da solo, a suon di reti, spalancando a sé le porte dell’Europa, con gli occhi addosso delle big che lo ammirano, domandandosi – come in patria – per quale motivo quel talento esplosivo in nazionale fatichi ad imporsi a differenza dei numeri di club rispettati anche in Europa. Ne sa qualcosa la Lazio a cui ha già segnato cinque reti, una in più delle quattro firmate nelle 25 presenze confezionate finora con la maglia del Messico.
FOCUS. Giménez, atleta di cristo, grande appassionato di videogiochi, è un attaccante completo, non ha bisogno di etichette. Per prima cosa è un centravanti classico, che sta in area e aspetta il pallone giusto. Ma in secondo luogo è anche altro: un riferimento per la squadra con un bel mancino, la passione per le sterzate, una rapidità che lo invoglia a cavalcare il campo palla al piede quando non c’è altra strada per avvicinarsi alla porta. Fonte: CdS