Cannavano non riesce a mandare giù un trattamento riservato ad un azzurro

Fabio Cannavaro non è solo l’ultimo Pallone d’oro del calcio italiano (che a Pasqua Geolier e Rocco Hunt hanno voluto toccare personalmente). È la figurina più bella, il simbolo della nostra Grande Bellezza. Anima di Napoli. Ovvio. Era l’uomo giusto come traghettatore ma De Laurentiis ha guardato altrove. Alcun i suoi concetti tratti da Il Mattino

Da dove iniziare la ricostruzione?
«Non mi piace che venga usata questa parola, non credo che ci sia bisogno di azzerare per ripartire e spero che De Laurentiis non lo faccia. Ci sono dei valori tecnici pazzeschi, io penso che quello che serve è rimettere a posto le cose che non vanno perché mica bisogna mandar via Lobotka, Di Lorenzo, Anguissa, Kvara».

Cosa proprio non manda giù?
«Non sopporto come hanno trattato Zielisnki che già, poverino, sembra uno che non c’entri nullla. Uno che per 8 anni ha dato l’anima, perché non deve andar via tra gli osanna? Ci manca poco che debba scappare da Napoli di notte, quasi di nascosto».

Da difensore pallone d’oro, come si fanno a prendere i gol presi con l’Atalanta?
«Calzona ha trovato un fritto misto, la difesa prima ti azzannava, non ti faceva respirare, in due o tre secondi riaggredivano. Non è che Rrhamani e Jesus sono scarsi, è che manca quel lavoro che faceva Spalletti. E che lui e pochi altri riescono a fare».

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