Intervista ad Alemao: “Peserà l’assenza di Kvara. Juan Jesus? Gli stiamo vicini, ma sembra lotti da solo”

Le parole dell'ex Napoli in un'intervista alla Gazzetta dello Sport
Parlare di Alemao significa ricordare un titolo che sa di un calcio che non c’è più. La vittoria di Bergamo, arrivata a tavolino per il lancio di una moneta che colpisce il brasiliano, è una delle storie che continuano a caratterizzare l’epica della Serie A di un tempo.
Ci ripensa a quell’episodio?
«Nemmeno più di tanto. È stato un evento normale, magari un po’ folkloristico, in cui non ho mai mentito o recitato. Anzi, ero stato ferito alla fronte. È stato giusto che ci assegnassero il successo. Ma poi è finita lì, quando ho giocato nell’Atalanta sono stato apprezzato».
Che gara si aspetta oggi?
«Intensa e agguerrita, però il Napoli è più forte».
Rincorsa Champions fattibile?
«Sì, e ci spero tanto perché mi sento napoletano. In azzurro ho vissuto un’allegria irripetibile».
Perché è così difficile ripetersi dopo uno scudetto?
«Spesso si pensa che dopo una vittoria non ci si debba rinforzare. Ma gli avversari si rinforzano e il livello di competitività tra le rivali generalmente si alza. Credo che il Napoli non sia cresciuto rispetto all’anno scorso».
Mancheranno Kvaratskhelia e De Ketelaere: quale assenza peserà di più?
«Il georgiano, anche perché Calzona ha un bisogno maggiore delle certezze dei titolari. Essendo uno dei campioni della rosa, è una perdita delicata».
Chi vede ad allenare il Napoli la prossima stagione?
«Alemao! (Ride, ndr ). Ci sono diversi profili di spessore, l’aspetto fondamentale sarà affidarsi ad un tecnico che abbia tanta esperienza in club così importanti».
Koopmeiners e Lobotka potrebbero trasferirsi in estate. Come si possono trattenere?
«Solo con i soldi, ormai è l’unica determinante. La passione nei confronti di una squadra e della gente non è più la stessa, come se fosse un concetto superato. Il discorso vale per loro e per tutti gli altri calciatori».
Che idea si è fatto del caso Juan Jesus?
«Siamo tutti al suo fianco, come a quello di Vinicius che sta combattendo una guerra analoga. Sembra, però, che lottino da soli ed è triste. Resta solo da augurarsi che il mondo prima o poi cambi».
Fonte: Gazzetta dello Sport
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